ABOVEGROUND ripete in un certo senso la formula del gettonatissimo i like the way you kiss me e contrappone lo spazio chiuso con i volumi urbani che ne plasmano l’esperienza. Rispetto allo splendido video diretto per Artemas, Tardis per Greentea Peng si apre maggiormente e contrappone la classica veduta della città dall’alto, che caratterizza un certo immaginario rock, con la prossimità dei corpi in un ampio spazio condominiale, vissuto in vari modi dai performer. Fa quindi collidere due tipologie di video, una legata a quella linea che procede dai settanta agli ottanta (dai Beatles agli U2 per ragioni di sintesi), da cui tra l’altro sottrae tutta l’epicità, isolando l’evento in mezzo ad altro cemento, e l’altra ancorata al crossover dei novanta.
Per offrire un senso maggiore di instabilità, utilizza una 16mm Bolex REX5 customizzata con un rig apposito, tanto da recuperare aura e capacità di una cinepresa utilizzata prevalentemente a mano nella Storia del Cinema di documentazione. A questo setting tecnico contrappone la visione aerea e più fluida di un drone, che ha soprattutto una funzione unificante, rispetto agli spazi caotici e vitali dove si muovono Aria Wells e band al seguito.
Ne viene fuori un’elegia del movimento che riqualifica di nuova luce le ferite degli spazi urbani, grazie ad una comunità capace di raccontarsi attraverso suoni e ritmo.
Greentea Peng – Tardis: il video di Aboveground
Aboveground direge un video destinato a diventare un nuovo classico, per il trip-hop contagioso di Greentea Peng