Ispirandosi alle tecniche dell’acrilico fluido, Azzurra Baste in arte Tzu, ha sviluppato una dimensione altrettanto liquida intorno alla musica di Hack.
Il primo singolo del trio romano, intitolato Flares, nel fondere il flusso di coscienza dell’elettronica con la sensualità timbrica ricercata dalla voce di Denise Fagiolo, consente a Tzu di operare una combinazione di visuals che è difficile indirizzare con precisione al mondo digitale, come a quello organico.
La forza sta proprio in questa sintesi tra algoritmo, glitch e materialità dei colori.
In fondo un tipo di transitorietà già presente nella Fluid art, sospesa com’è tra materia ed esplosione ottica.
Il risultato è una piccola cosmogonia interiore, alla ricerca di altre mappature che possano conciliare le “particelle” con l’esperienza oltre i confini del quotidiano.
La Fagiolo si è fatta ispirare dalla poesia di Pietro Salinas “Sì, aldilà della gente ti cerco” (nella traduzione Einaudi della fine degli anni settanta), formidabile esercizio zen scritto dal poeta spagnolo nel 1933, dove la concretezza di gesti e cose viene sfumata per esser reintegrata successivamente nella sponda onirica.
Il dialogo tra i testi della Fagiolo e le immagini della Tzu si muove proprio tra immagine e riflesso.
I “Flares” del titolo, che possono alludere ad una serie di fenomeni ottici naturali, ma anche riprodotti artificialmente, diventa il centro stesso del video, fatto di mutazioni a vista, improvvise rifrazioni. Energie tra ipovisione e colore, tra il corpo e il nulla.