mercoledì, Dicembre 18, 2024

IA come ponte tra mondi creativi: Lost dei Linkin Park

Il dibattito attuale sull'IA sembra dimenticare un nodo fondamentale: la differenza tra strumento e linguaggio. Abbiamo recuperato il video realizzato per i Linkin Park su un loro inedito, dal duo creativo Yang/Kuciara che ha sfruttato la piattaforma Kaiber, stato dell'arte per i video sviluppati nell'ambiente dell'Intelligenza Artificiale. Uno sguardo più vicino allo strumento e ai processi impiegati apre altri margini: creativi, legali, legati alla disciplina del diritto del lavoro e alle possibili applicazioni "dolose"

Lo scorso febbraio 2023 ciò che rimane dei Linkin Park ha celebrato il ventesimo anniversario di Meteora, il secondo album pubblicato nel 2003 dalla band, grazie ad un inedito saltato fuori a sei anni dalla morte di Chester Bennington, voce e front leader.

Lost viene veicolato attraverso un’imponente operazione di marketing e un video sviluppato dagli artisti Web3 Emily Yang e Maciej Kuciara della produzione Shibuya, in collaborazione con la startup specializzata nello sviluppo di IA, nota come Kaiber. Dieci milioni di visite su Youtube in breve tempo, quadruplicate al momento di scrivere questo articolo. Mike Shinoda, tra i fondatori storici della band, ha diffuso a mezzo stampa parte della metodologia e dei processi di lavoro utilizzati per sviluppare il video.

Le fonti sono materiali originali e in particolare un anime ideato per l’occasione, oltre ai footage live dei Linkin Park. IA subentra quindi come ponte tra i materiali creativi, addestrata per farli interagire e per generare immagini della band che possano avvicinarsi allo stile e agli ambienti dei segmenti d’animazione approntati. VFX, editing e altri interventi di post-produzione sono stati elaborati fuori dall’ambiente IA e in modalità più tradizionale.

Nel momento in cui la rivoluzione IA testo/immagine progredisce grazie a piattaforme come Midjourney, uno dei primi passi testo/video viene agevolato da un’applicazione come Kaiber.
L’applicazione può animare immagini fisse generate dall’IA o prelevate da una sorgente fotografica. Il modo di istruire stile, trasformazioni e movimenti è sempre attraverso un prompt. Un processo quadripartito che parte dal caricamento di sorgenti e materiali (immagini, fotografie), la scelta di uno stile tra quelli disponibili, l’orientamento in cui si vuol far procedere l’animazione ed infine gli aggiustamenti necessari in termini di dimensioni, lunghezza, formato, angolatura, posizione del punto di vista.
Kaiber, fondata dall’avvocato Victor Wang e dal producer musicale Eric Gao funziona con una diversa concessione di licenze per lo sfruttamento delle immagini generate, che rimane di proprietà della startup sulla base di un account gratuito. Questo, limitato a soli 30 secondi di video, automaticamente da diritto ad una licenza Commons Noncommercial 4.0 Attribution. Ovviamente l’account a pagamento consente di ottenere il controllo commerciale e legale per i propri contenuti prodotti, oltre ad un timing superiore per quanto riguarda la durata dei progetti.

L’ipotesi è quella sottesa da altri tool generativi come Shuffll, Bigvu e Descript, dove è possibile caricare i propri contenuti, in forma audio, video e fotografica, istruendo IA a riprodurne di nuovi. L’esempio più facile è quello di Descript che accetta anche l’upload di audio registrato in formato WAV e che sostanzialmente può addestrare la creazione di un vostro simulacro vocale. Questo potrà successivamente generare un commento parlato con la vostra stessa voce, a partire da qualsiasi testo scritto vogliate inserire. Parte quindi con un addestramento del sistema mediante la trascrizione testuale di un file vocale registrato, per poi eseguire compiti text to speech con un generatore vocale basato interamente sulla vostra voce.
I margini, creativi, legali, legati alla disciplina del diritto del lavoro e alle possibili applicazioni “dolose”, sono amplissimi come possiamo intuire e sono i primi che andrebbero discussi.

I’m lost in these memories
Living behind my own illusion
Lost all my dignity
Living inside my own confusion

(Lost, Linkin Park)

La clip di Yang/Kuciara realizzata per Lost offre i suoi momenti migliori nel segmento anime più visionario, dove l’immaginario manga traduce il senso di spossessamento metafisico indicato dalle liriche con una serie di motivi frattalici che mantengono al centro la figura umana, persa in un florilegio di calcolo che diventa immagine stessa dell’abisso virtuale. Meno efficace quando questo procedimento viene applicato ai footage live della band e ai loro corpi. La membrana è la stessa intravista in altri video del genere, dove immagini fotorealistiche vengono alterate da volumi, prospettive, mutazioni formali che sembrano ancora in fase di assestamento. Nulla da dire sul fascino di questa transizione, sarà certamente peggio quando si raggiungerà una perfezione simulacrale completa, senza cercare strade creative dall’emersione di un difetto, un errore, uno scarto tra macchina e creatività umana, cioè quando smetteremo di baloccarci con i processi e ci ricorderemo la differenza tra strumento e linguaggio.

Linkin Park, il video di Lost realizzato in IA da Emily Yang e Maciej Kuciara sfruttando la piattaforma Kaiber

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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