Il proibizionismo non ci ha mai abbandonato. Freak Antoni lo sapeva bene e molte delle sue iperboli ci raccontavano un paese che non riusciva a superare una violentissima pulsione repressiva.
“Il governo ha ragione” ha avuto più di una vita; recuperato dalla Italian records nel 1981 insieme ad un cofanetto costituito da 5 sette pollici, ha poi rivisto la luce in versione videoclip nove anni fa, grazie al canale Youtube della Expanded Music di Giovanni Natale, che rilanciava uno dei brani più belli de “L’incontenibile Freak Antoni“.
Il titolare della ex Italian Records combinava il brano con alcune immagini girate a Bologna nel 1977 da Stefano Cavedoni, uno dei membri fondatori degli Skiantos insieme a Freak.
Il video, che segue alcuni manifestanti del Movimento, storicizza il senso della canzone, legandola in modo specifico a quegli anni con un’operazione di found footage molto lineare e simmetrica.
Eppure le liriche di Freak Antoni sembrano declinate al futuro anteriore, perché restituiscono allo spirito libertario di quelle immagini un’energia ormai perduta.
L’Italia burocratica e quella fascista trovano nuovi territori per attecchire, anche nel cuore di quell’antifascismo di maniera che non riesce più a individuare e riconoscere i segni del potere, quando questi si manifestano tutti i giorni, fuori dalla comfort zone della dimensione storico-istituzionale e dei mausolei della memoria.
Chiudere le discoteche, recintare i luoghi di aggregazione, spegnere qualsiasi spinta di libertà, veicolando a reti unificate un numero sempre crescente di contagi da Covid-19, mostro matematico che non sollecita alcuna risposta critica, partecipativa e connettiva, è una strategia radicata in quell’annullamento della volontà, della ragione e del sentimento, che si chiama senso di colpa.
“Il governo ha ragione, a non darti mai niente. Sei giovane e incosciente e non meriti niente. Sei solo un vagabondo, che non cerca un lavoro, che gira per la strada, con la testa tutta vuota. Il governo ha ragione, a non darti mai niente. Sei giovane e ignorante e non meriti niente….”