Esce per Carpark a fine settembre la nuova creatura di Bevan Smith, musicista neozelandese noto con i moniker di Signer e Aspen e specializzato in una via di mezzo tra IDM, techno, folk e musica ambient. Elementi che rientrano a pieno titolo come ingredienti costitutivi del nuovo progetto chiamato Introverted Dancefloor, che come da titolo, punta tutto sulla massima resa dell’elemento ballabile, ma con un’attitudine da fine festa, a partire da Happiness is such a mess, opening track che imposta il tono un po’ tropicale e un po’ afrobeat (alla Haircut 100) sin da subito e che da un certo punto di vista è il traino sottopelle di tutto l’album, tra echi Gamelan e sfondi estivi dal retrogusto crepuscolare.
Da un punto di vista strutturale, le note stampa ci dicono che Smith si è servito solamente di due synth, un microfono un filtro e un processore. Va da se, che con un’impostazione di questo tipo, i suoni si orientino nella direzione della techno di Detroit o dell’house pop oriented, con i piedi ben piantati nella costruzione melodica, per garantire quella dialettica tra suono sottoposto a continue metamorfosi del movimento, ancoraggio al groove e distensione melodica.
Il disco funziona benissimo quando gioca con gli intarsi, mantenendo la tensione giusta per la pista, e si perde un po’ nelle derive oniriche di Smith e della sua voce eterea, uguale ad altre mille che si sono innestate sui ritmi di questa techno-pop da decompressione, ottima per sgonfiare gli eccessi da MDMA e concludere la serata senza incidenti.
Introverted Dancefloor – Happiness is Such A Mess