Cosa vi aspettereste dall’unione di due membri di Eluvium e Explosions in the Sky? L’impasto del post rock prima dei Mogwai, rappresentato da Mark T. Smith, con la sperimentazione apocalittica (e non) di Mattew Cooper, potrebbe essere una risposta. In realtà grazie alle chitarre di Smith e al temperamento più soft deciso dal gruppo, tutto il disco pare un flusso di memorie quasi new age, molto sofisticato ma non così all’avanguardia come il Flying Lotus di qualche anno fa. L’impegno nel creare impalcature sonore che reggano lo scorrere delle ore in time lapse è veramente grande. Un esempio è Sun Locations / Sun Coda, una taranta che si abbinerebbe ottimamente sullo sfondo del film Kooyanisqaatsi. Flood poems invece è da meditazione, non sfigurerebbe come intermezzo di qualche paesaggio poetico alla Sigur Ros. L’abbinamento suono-immagine è ovviamente più definibile rispetto a quello suono-emozione. Inventions rilascia decisamente dei buoni stimoli cerebrali per poter vagare con la mente. Rimane certo quella sensazione che ti possa essere diventati tutto d’un tratto dei santoni tibetani, da quanto queste atmosfere empatizzino con il proprio essere.
Un disco molto personale, come sempre per la musica non convenzionale ci vuole la giusta preparazione mentale, ma vedrete che non faticherete troppo nell’immedesimarvi. Finchè Psychic Automation, con i suoi colpi al muro, non vi riporterà alla realtà. Triste, bellissima, comunque vera.