venerdì, Novembre 22, 2024

Ismael – Tre: la recensione

Gli Ismael, gruppo reggiano che con questo Tre arriva proprio al terzo disco, sono capitanati da Sandro Campani, scrittore con tre – numero ricorrente in questa storia – romanzi all’attivo. Non a caso quindi i testi sono il centro nevralgico della proposta musicale degli emiliani, scampoli di storie narrate lasciando spazio all’immaginazione dell’ascoltatore, che può solo supporre cosa sia accaduto prima (ad esempio in Le tre – eccolo ancora il numero) e cosa dopo (come in Se non a te, che cita non sappiamo quanto volontariamente Fausto Leali, e in Canzone del bisonte) o cosa accada attorno agli squarci di realtà descritti ricorrendo spesso a simboli ed animali totem (quelli al centro di Canzone della volpe, Canzone del cigno e la già citata Canzone del bisonte), gli stessi squarci presenti anche nell’enigmatica copertina che ritrae un bosco appenninico illuminato dai fari di un auto.
Non stiamo però trattando di un disco prettamente cantautorale: la band che supporta Sandro è infatti più di un mero corollario alle parole del leader, muovendosi su coordinate musicali piuttosto ricercate, legate soprattutto alla vasta famiglia del rock alternativo americano anni Novanta, dallo slowcore al post-rock (un esempio mirabile è Tema di Irene), ma con puntate anche in territori più energici e blues-rock (in Andiamo e S’arrampicavano).
La maggior parte dei brani riesce a colpire l’ascoltatore con la sua eleganza non priva però di mordente, che può ricordare, restando in ambito italiano, quella di Onorato altezza Falene, ad esempio in Palinka, la traccia d’apertura, e in San Giovanni di Querciola, la conclusiva, o quella del De Gregori folk, come in La canzone del bisonte, dove anche il cut-up delle liriche fa tornare in mente il principe dei cantautori. Guardando invece all’estero i nomi che si possono fare, specie per i momenti più rarefatti, sono quelli dei Low o degli American Music Club, tutta gente che ha sempre saputo coniugare classe e sostanza.
Date quindi una possibilità agli Ismael, ascoltateli con attenzione e lasciatevi portare nel loro mondo, fatto non di certezze ma di dubbi e di stimoli.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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