Sembra essersi ormai consolidata ed aver preso un ritmo stabile l’attività di Kid Congo And The Pink Monkey Birds; Haunted Head è il quarto disco in sei anni ed esce sempre sotto l’egida della In The Red. Ha certamente poco bisogno di presentazioni il Kid, soprattutto per gli amanti del rock’n’roll più crudo e viscerale: chitarrista sul secondo disco dei Cramps (il seminale Psychedelic Jungle), sodale di Jeffrey Lee Pierce con i suoi Gun Club, in ultimo chitarrista dei Bad Seeds sotto la supervisione di Nick Cave.
Stiamo insomma parlando di uno che la storia del rock ce l’ha scritta sulla pelle. Il nuovo album è sempre un micidiale baccanale officiato da eserciti di sacerdoti voodoo in calore e variamente composto da putrido garage rock, frattaglie di surf maleodorante, psych blues tarantolato e tarantiniano, rock’n’roll psicotico e deviato.
Su tutto e tutti si staglia la voce da crooner luciferino e vizioso del maudit Kid Congo Powers; che poggi su basi ossessivo-psicotiche come i due spiazzanti brani iniziali (Lurch e Su Su) oppure accompagni in modo suadente come nello stomp blues-surf della eccellente title track, la voce del Kid è l’elemento aggiunto che fa la differenza.
Anche il resto della band non è comunque da meno, tra numeri garage punk sbarazzini (Killer Diller), reminiscenze Sixties sballate (Let’s Go!, Loud And Proud) e organetti da gangster movie lobotomizzati (222). L’album possiede l’ulteriore pregio di terminare in crescendo, grazie a Dance Me Swamply, ammantata di un sano decadentismo malsano però ancora vorace, e dalla strumentale Lamont’s Requiem, numero surf/jazz in slow motion.
