Trans-Europe Express è il primo video dei Kraftwerk ad assumere la statura di un classico. Siamo nel 1977 e il riferimento iconografico al cinema noir diventerà costante nella ri-codificazione di quell’immaginario per moltissimi videoclip degli anni ottanta. Paranoia, guerra fredda, città nude e ostili, contamineranno di nuovo l’immagine di consumo, fino alla fine del decennio successivo.
Il tentativo dei Kraftwerk, nel video impegnati in un viaggio a bordo treno, è quello di combinare l’estetica futuristica degli anni 30 con un’idea di tecnologia radicata nel tempo. Tra i treni che passano in rassegna spicca infatti lo Schienenzeppelin, un rotabile sperimentale che sfruttava la propulsione areonautica ad elica e le cui immagini, combinate con altre più contemporanee, ricorreranno nei live della band. Come accade spesso nei loro mondi sonori, anche quelli visuali risentono dell’avvitamento tra tecnologia e tempo, alla ricerca di una dimensione intermedia che solleciti da una parte la trasmutazione della coscienza in macchina, ma allo stesso tempo ne mostri una parodia inquietante con una metodologia combinatoria, quella che consente di assumere la distanza necessaria per creare un punto di vista interstiziale tra presente, passato e futuro.
Lo Schienenzeppelin del video è un esempio magniloquente di un’alta velocità ante-litteram che si schianta su se stessa e diventa macchina celibe.
Il continente post-bellico immaginato senza alcun confine grazie alle connessioni della rete ferroviaria che attraversa l’Europa degli anni cinquanta è al centro della loro riflessione. I nostri ne fanno la parodia mimando uno stile cosmopolita, come se fossero nel pieno di un viaggio d’affari.
Stazione dopo stazione, incontrano Bowie e Iggy Pop, immortalati da uno scatto di un paio di secondi allo scalo di Düsseldorf, mentre il duca bianco si trova in Germania durante il corso del suo tour Europeo.
Il viaggio, che è trasversale in termini musicali perché trapassa l’Europa, arriva a sedurre sul dancefloor i giovani clubber di Detroit, mentre nel vecchio continente unificherà suoni e influenze, precorrendo Depeche Mode, New Order, ma anche alcune propaggini industrial tedesche, basta pensare all’influenza sugli Einstürzende Neubauten di una traccia come “Metal on Metal””, contenuta nello stesso album.
Il video, rispetto alla capacità transnazionale dei Kraftwerk di influenzare molte generazioni creative a venire, trattiene maggiormente una posizione ondivaga tra i sogni revisionisti di un propellente tecnologico capace di unificare il continente, e il suo opposto inquietante.
Il recupero dell’automotrice progettata da Franz Kruckenberg nel 1929 e smantellata dieci anni dopo, contiene questa doppia valenza. Da una parte il sogno dell’alta velocità alla vigilia dell’ascesa del potere Nazista, illusione che ancora trattiene i semi dell’avanguardia, con quell’avveniristico arredamento Bauhaus che decora e struttura gli interni del veicolo, destinati ad accogliere 40 passeggeri. Dall’altra, la fine del treno, destinato a diventare strumento bellico, dopo la svendita a pezzi destinata all’esercito tedesco ormai impegnato nel secondo conflitto mondiale.
I Kraftwerk, replicano quell’ambivalenza segnica tra comunicazione e morte che anima Radioactivity, cavalcando il vettore del futuro, che porta con se i detriti e i mostri di un passato senza speranza.
I Kraftwerk tornano dal vivo in Italia il 7 Luglio a Firenze e l’8 Luglio a Genova. Leggi l’articolo sul tour 2023 e cerca i biglietti in prevendita.