Dei tre video usciti per promuovere Tension II, il nuovo album dell’immarcescibile Kylie Minogue, gli ultimi due sono diretti da una veterana del formato come Sophie Muller.
Rispetto al clip di My Oh My realizzato da Charlie Di Placido, la regista britannica forza i margini della sua lunga esperienza e assegna a Kylie il centro vitale dell’immagine, restituendoci una vera e propria daughter of the Kaos.
E se Edge of saturday night si immergeva nell’edonismo visuale dei novanta, grazie anche alla studiatissima bassa definizione del formato, Lights, Camera Action si allinea alla magniloquenza di una grande produzione per distruggerne tutti i presupposti, assegnando centralità registica al corpo di Minogue. Non si tratta tanto del giochino metadiscorsivo dove la pop diva si confronta con un alter-ego dispotico, quanto dei set che vengono incorporati uno dentro l’altro, come cornici impossibili e insufficienti per contenere l’energia della cantante australiana.
Kylie domina ogni prop ed emerge dalla virtualità possibile del teatro di posa digitalizzato, come ultimo segno di resistenza del corpo divistico all’incorporamento nell’avatar.
Kylie cavalca con uno straordinario invito a godersi tutta, come accadeva, vent’anni fa, nello straordinario spot per Agent Provocateur.
Kylie Minogue – Lights, Camera, Action – il video diretto da Sophie Muller