giovedì, Novembre 21, 2024

Le Sonore Colonne di Alberto Nemo: il silenzio e i vuoti dell’immagine

Un videoclip nasce sulla scia di un pezzo, una sonora colonna invece dalla suggestione di un’immagine. A che serve girarne altre quando esistono tanti capolavori spesso dimenticati? Il nuovo progetto di Alberto Nemo, l'intervista

Sonore Colonne è il nuovo progetto tra musica e immagine movimento, ideato e curato da Alberto Nemo. Conduce oltre le aspettative della pictura vocalis che caratterizza la sua musica, vero e proprio disegno emerso dalla voce sulla base del tappeto sonoro preposto. L’artista rodigino, indagatore dello spirito e di tutte le forme che conducono alla contemplazione, fissa la visione come punto di partenza e di arrivo. La musica serve allora per attivare un dimensione sensoriale e psichica che produca nell’ascoltatore un’esperienza mnestica.
Il progetto Sonore Colonne è in fondo molto vicino alla Pittura Vocale di Nemo, pur partendo dalle immagini del patrimonio cinematografico preesistente, alla ricerca di un silenzio da riempire nei vuoti dell’immagine.  Alberto Nemo, nato a Rovigo, Ha condiviso il palco con artisti del calibro di Procol Harum, Antonella Ruggiero e Sergio Cammariere, ma anche con artisti indipendenti come Lo Stato Sociale e Willy Peyote, annullando completamente il divario tra musica pop, colta e sperimentale e dimostrando che tutto può coesistere. Proprio la coesistenza è la chiave del suo lavoro. Magia e realtà, semplicità e avanguardia, minimalismo e ricerca convivono in maniera incredibilmente naturale all’interno della sua opera. Artista sensibile e completo, ha diretto anche un video per i Devocka. Ha partecipato alle Blind Audition di The Voice, con una splendida versione di Amore che Vieni, amore che Vai, di Fabrizio De Andrè.

 

Alberto Nemo – Luci (immagini da Nostalghia di Tarkovskij)

Alberto, raccontaci il progetto “sonore colonne”, come nasce e di cosa si tratta?

Sonore colonne è un progetto iniziato a maggio di quest’anno. Si tratta di una ricerca artistica e culturale alla quale tengo molto. Il fine è quello di “rispolverare” capolavori del cinema del passato per portarli nel presente attraverso la mia musica. Ad oggi le sonore colonne sono 21.

Quanto si avvicina ad un processo di rimusicazione o sonorizzazione di immagini e quanto si allontana da esso?

Sono andato quasi sempre a riempire il silenzio di alcune sequenze di film in cui non c’era dialogo o musica. Questo ha reso possibile l’introduzione di un brano cantato con una sua struttura precisa. Quello che nasce è una nuovo lavoro, non una rimusificazione o sonorizzazione, è un “matrimonio” tra due opere.

hai scelto alcune sequenze da registi che hanno lavorato con il tempo e lo spazio dell’immagine: Tarkovskij, Antonioni, ma anche con titoli apparentemente più mainstream come “I pirati dei Caraibi” di Gore Verbinski. Ci spieghi come lavori sulla sequenza e come la abbini alla musica?

I brani musicali nascono senza alcun riferimento didascalico ad una precisa sequenza. Una volta realizzati, cerco la scena che possa sposarsi con loro. Proprio questa estraneità delle parti produce infine il risultato che potete vedere e ascoltare sul mio canale Youtube. Non c’è la sudditanza di un elemento rispetto all’altro, né un intento descrittivo, sono due opere che si uniscono creandone una terza. In alcuni casi la sequenza è stata elaborata per meglio adattarsi, ma si tratta sempre di piccoli interventi. Visto che oggi le persone debbono stare a distanza almeno le opere d’arte, ora, possono incontrarsi e creare nuova bellezza.

Come hai risolto la questione dei diritti d’autore e connessi per questo progetto?

La questione è certamente complessa e laboriosa. Abbiamo inoltrato le richieste necessarie per poter utilizzare i filmati all’interno di una mostra.

Da cosa si differenzia rispetto ad un videoclip tradizionale il processo di creazione di una clip per “Sonore Colonne”?

Un videoclip nasce sulla scia di un pezzo, una sonora colonna invece dalla suggestione di un’immagine. È il procedimento inverso a quello usato da Stanley Kubrick quando sceglieva le musiche per i sui film. Sosteneva che non era necessario crearne altre dato che ne esistevano già tante. Nel mio caso questo accade con le immagini, a che serve girarne altre quando esistono tanti capolavori spesso dimenticati?

Alberto Nemo su youtube

Alberto Nemo, il video di Smania su Indie-eye

Alberto Nemo, il video di Discanto su Indie-eye

Il Sound esoterico di Alberto Nemo (redazionale su indie-eye)

Siamo Già Finiti, il videoclip diretto da Alberto Nemo per i Devocka

 

 

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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