Dietro il moniker BWTV ci sono Liam Achaibou e Ryan Vernava, registi e creativi londinesi sulla cresta dell’onda che già hanno lavorato per artisti del calibro di Tom Jones, Elbow, Bonobo, Bastille. Per Liam Gallagher scelgono una via più narrativa e coinvolgono l’attore David Jonsson, già visto in Industry e Deep State, per un’elaborazione poetica dello stato di depressione di un uomo. Il propellente è quello filantropico legato all’associazione Talk Club, il cui “product placement” a fin di bene è inserito anche all’interno della clip, con uno dei personaggi che mostra una t-shirt con il loro logo, e con l’epilogo del narrato che si svolge proprio all’interno di uno dei locali dell’organizzazione, impegnata nelle varie forme di sostegno e aiuto psicologico per gli uomini con vari problemi di salute mentale.
Un doppelgänger di grandi dimensioni viene trasportato dallo stesso Jonsson sulle sue spalle, quasi fosse il personaggio di un carro carnevalesco appena smontato dall’apparato.
Il suo passaggio nei sobborghi urbani attrae l’attenzione di altre figure solitarie e marginali, che lo aiuteranno a sopportare quel peso ed infine a liberarsene.
Metafora semplicissima, diretta e del tutto scoperta, girata in un bianconero elegante e con la fotografia di Adrian Peckitt, DOP attivo nel cinema, il cui sguardo conferisce un approccio più vicino ai tempi della settima arte che all’ipercinetismo dei video musicali.
Grazie alla fluidità della steadicam di Mihai Catalin, insiste infatti sulla costruzione del punto di vista e su quello dei passanti incontrati di volta in volta, la cui prospettiva è quella a partire dalle spalle del grande pupazzo di cartapesta. Visto da dietro, il suo incedere goffo e monumentale, diventa la dolente fotografia della condizione umana e di un moderno Sisifo, anonimo nella città silente.