Come scrivevo nell’analisi di Hoard, il debutto cinematografico della regista inglese Luna Carmoon, “La suburbia delle ragazze è l’ambiente dove Luna Carmoon si è guardata intorno fino a questo momento. Due cortometraggi e un film di debutto, che esplorano i modi del realismo sociale inglese, lasciandolo sullo sfondo, per concentrarsi sull’emersione di un mondo radicalmente soggettivizzato.
L’attenzione ai personaggi, ai loro gesti estremi e alla complessa morfologia del desiderio, erompe sullo schermo con grande impatto fisico, spezzando improvvisamente la logica narrativa, per penetrare i pori della realtà e le fratture del tempo“.
Il suo debutto nel video musicale con le due clip dirette per la promozione di Romance, l’album più recente dei Fontaines D.C. confermano il talento di Carmoon e lo spazio di ricerca elettivo, legato alle trasformazioni della post-adolescenza.
Quel transito viene osservato con una forza immaginifica capace di trasformare le sollecitazioni del reale in qualcosa di radicalmente diverso dall’esperienza quotidiana.
E se Here’s The Thing, il primo dei due video realizzati per la band irlandese gioca con gli stereotipi di genere, declinando un film come The lost Boys completamente al femminile, è il successivo In The Modern World a lavorare sul salto cognitivo e sulla ridefinizione ex abrupto dello sguardo, come accadeva nel suo splendido lungometraggio d’esordio.
Fontaines D.C. Here’s the thing, il video di Luna Carmoon
In the Modern World parte da una pratica sportiva nota come Car-Jitsu, una forma delirante e decisamente pericolosa di Ju-Jitsu inaugurata a Chicago circa due anni fa.
Due avversari seduti accanto e assicurati alle cinture, si battono all’interno di uno spazio limitatissimo come quello dell’abitacolo di una macchina.
Luna Carmoon prende ispirazione da qui e realizza un video che interpreta lateralmente l’esperienza di solitudine urbana descritta dalle liriche del brano.
Ewan Mitchell, come la protagonista del video precedente, gioca con un ragno nello spazio isolato della sua camera, per poi esprimere la sua libertà nello spazio segregato di un auto.
La violenza diventa goffa e grottesca attraverso gesti e movimenti costretti, ma non per questo meno drammatica. A dargli un valore ancora diverso è l’occhio di chi guarda dall’esterno, una collettività occasionale che scruta un’intera generazione dalla stessa prospettiva con cui si osservano le cavie.
Eppure, tra gli sguardi, emerge una pluralità di sentimenti, ciascuno accordato sulla propria immagine allo specchio, dallo scherno alla pietas, dall’amore al disprezzo.
Carmoon preferisce allora il contrasto alla riduzione morale dello sguardo e la definizione di uno spazio incongruo da cui possano emergere tutte le contraddizioni. Al giudizio, come in Hoard, sostituisce una bruciante urgenza di rivelazione.
Fontaines D.C. In the Modern World – il video diretto da Luna Carmoon