domenica, Dicembre 22, 2024

L’unica oltre l’amore. Valentina Galluccio per Giovanni Truppi: l’intervista

Nel suo percorso artistico, Valentina Galluccio in arte VAGA ha sperimentato, letteralmente, l’illustrazione come un territorio permeabile. Non un solo supporto di riferimento ma numerosi passaggi da analogico a digitale, privato e pubblico, intimista e urbano. Dai murales alla dimensione pittorica più tradizionale, il videoclip è solo l’ultimo dei suoi tentativi di lavorare con lo spazio e i cosiddetti “mixed media” e ci arriva anche attraverso quell’apprendistato “in rete” che è un altro modo di lavorare “sul campo”.
Dopo aver realizzato animazioni brevi diffuse sui propri presidi social, VAGA ne elabora alcune dello stesso formato facendosi ispirare da un paio di brani composti da Giovanni Truppi.
Inizia così la collaborazione con il musicista napoletano, il cui risultato è il recente “L’unica oltre l’amore”.
Ne abbiamo parlato con Valentina in questa dettagliata intervista

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Ciao Valentina, benvenuta su Indie-eye VIDEOCLIP. Innanzitutto, complimenti per il video di “L’unica Oltre l’Amore” che hai realizzato per Giovanni Truppi, è davvero molto bello. Ci piacerebbe partire da qui per poi chiederti alcune cose più specifiche sul tuo modo di lavorare. Come hai conosciuto Giovanni e come è diventato un tuo “committente”?

Ciao, grazie per avermi proposto l’intervista, mi fa tanto piacere che il video ti sia piaciuto. Le canzoni di Giovanni, sono da sempre fonte di grande ispirazione per me.
Proprio per questo, l’estate scorsa, ho creato delle piccole animazioni sulle note di “Eva” e “tutto l’universo” (N.d.r. entrambe tratte da “Giovanni Truppi”, album pubblicato da Woodworm nel 2015) Giovanni le ha viste e mi ha contattata proponendomi una collaborazione. É stata una bellissima sorpresa e da lì a breve, abbiamo iniziato a lavorare al video che conoscete. C’è stata da subito una bella intesa e una grande fiducia da parte sua, questo mi ha permesso di lavorare in maniera serena e creativa. 

Tutto l’universo, animazione di Valentina Galluccio su un brano di Giovanni Truppi

“L’unica Oltre l’amore” è il tuo primo videoclip se non mi sbaglio. Coincide anche con il tuo primo passaggio dall’illustrazione all’animazione oppure avevi già realizzato altre cose con questa tecnica?

“L’unica oltre l’amore” è stato il mio primo videoclip, ma avevo già realizzato degli short video con la stessa tecnica, per progetti personali, che trattano temi che mi stanno particolarmente a cuore.
“Kulning”, “La Rêverie”, “Innsæi”, “Unmei no akai ito”.

“Kulning” – un video di Valentina Galluccio

“.Parlare con la natura.”
Antico canto svedese utilizzato per comunicare con gli animali attraverso lunghe distanze.
(Quando in una valle si effettua un richiamo, esso suona ed echeggia contro le montagne…)

Dalle brevi animazioni che hai pubblicato sui tuoi profili Youtube e Vimeo, fino al video per Truppi mi sembra ci sia una costante legata al rapporto tra forma e spazio. La figura umana, che sia un corpo, una testa o semplicemente un occhio, è al centro di un mondo in continua mutazione a cui corrisponde il bianco infinito di ciò che lo circonda. E’ il modo in cui concepisci lo schermo, come fosse una tela pronta ad accogliere molteplici possibilità?

Si , anche con l’illustrazione cerco di concepire il foglio come uno scenario dove i miei personaggi si muovono esplorano e “disegnano” traiettorie interessanti, sfruttando tutte le potenzialità del formato e del supporto, certe volte riempiendo i vuoti altre creandoli intenzionalmente.

Per me riempire lo spazio di bianco assoluto, in certi momenti é molto importante. È come una sorta di “respiro” che aiuta lo spettatore a viaggiare nel foglio in attesa della prossima linea.
Grazie all’animazione, sento di riuscire ad esprimere e raccontare meglio le emozioni dei miei personaggi e delle mie storie.

Che cosa hai conservato del tuo lavoro come illustratrice nel passaggio all’animazione. E che cosa hai trasformato, in termini di tecniche guadagnate e tecniche perse?

Lavorando quotidianamente con l’illustrazione, Direi che ho conservato praticamente tutto, mi piace molto fondere le tecniche d’illustrazione alle animazioni.
Per questo lavoro ho scelto uno stile minimale, mantenendo in alcuni punti la matericità e in altri la freschezza del tratto, come se fossero disegni con pennino e china o grafite su carta porosa.
In ogni caso, dalla progettazione alla realizzazione conservo un approccio da illustratrice per la realizzazione delle mie animazioni.

Ci racconti la tua formazione e come sei arrivata all’illustrazione?

Ho iniziato studiando moda all’istituto d’arte e dopo il diploma ho continuato a disegnare, ma solo come hobby, fino a quando sono entrata in una piccola libreria della mia città e per caso ho scoperto il mondo dell’illustrazione. La prima volta in cui ho avuto un albo illustrato tra le mani ho capito cosa avrei voluto fare “da grande”! Ho deciso di frequentare un corso professionale d’illustrazione alla scuola italiana di comix e da quel giorno, non ho piu’ smesso di disegnare.

Nel tuo profilo biografico, Sara Fosco descrive le tecniche miste di cui ti servi per il lavoro di illustratrice: cera, oli, acrilici, acquerelli, matite, penna, grafite. Questa materialità rimane anche quando affronti l’animazione e sfrutti strumenti digitali?

Assolutamente si. Quando disegno in digitale cerco di non perdere mai quelle piccole e fantastiche “imperfezioni” dell’analogico e per questo creo delle texture e dei pennelli appositi.
In questo momento mi appassiona molto la china e la grana della grafite ed è per questo che ho utilizzato questi due strumenti per la realizzazione del video “L’unica Oltre L’amore”

Quanti disegni hai dovuto realizzare per “L’unica oltre l’amore” e quali tecniche di animazione hai applicato? Te lo chiedo perché la fluidità che hai raggiunto è davvero sorprendente

Per la realizzare il video, ci sono voluti circa 5000 disegni. È disegnato interamente a mano frame by frame . Ho utilizzato la tecnica del rotoscoping in alcuni punti e in altri tecnica d’animazione tradizionale.

Valentina Galluccio al lavoro durante la realizzazione di “L’unica oltre l’amore”

Come hai sviluppato la narrazione? Dal frammento di Storyboard che ci hai fatto vedere, sembra che la dimensione del racconto sia stata curata e pensata in ogni minimo dettaglio. Parti dal testo, dai suoni, dalla musica, da tutto l’insieme? 

Durante il primo ascolto mi sono fatta trasportare dalla canzone immaginando colori, inquadrature e forme. Ho provato a conservare le sensazioni annotandole istintivamente sullo sketchbook e ad ogni ascolto i suoni il testo e la musica continuavano a darmi informazioni, trasformando la mia storia. Tramite le note scritte, ho cercato di trovare il “filo conduttore” che mi ha permesso di scrivere il soggetto. Lo storyboard è stato studiato nei minimi dettagli, soprattutto per permettermi di affrontare al meglio la giornata di riprese del piano sequenza, da usare per la parte in rotoscoping. Per me è stata molto importante la fase di progettazione perché, avendo tempi di realizzazione stretti, non mi potevo permettere grossi margini di errore.

C’è spazio per l’imprevisto e per quello che non avevi pensato durante il processo di storyboarding? Puoi farci un esempio in relazione al video realizzato per Truppi?

Ovviamente si possono commettere errori, ed è per questo che cerco di avere sempre un piano “b” ( ma anche “c” e “d”).

In generale, per questo lavoro, non ci sono state molte cose da modificare all’interno dello storyboard. Io e Giovanni ci siamo confrontati spesso, lui è stato fondamentale nella realizzazione del videoclip e di questo sono molto contenta. Ci sono stati momenti in cui insieme abbiamo deciso cosa aggiungere, togliere o modificare, ma si è sempre trattato di piccoli insert o minimi cambiamenti che non hanno inciso troppo sullo storyboard originale né sulla deadline.

L’unica Oltre l’amore – Storyboard di Valentina Galluccio

Il brano di Truppi non ha una durata “standard”, sono sei minuti  di cui due di coda strumentale. Trovo molto bello il modo in cui lo hai affrontato anche in termini di formato. Quando dal cuore della ragazza che è al centro della tua animazione e da cui tutto promana, esplode la tempesta di colori, hai giocato con i titoli di coda per poi tornare ad interpretare i suoni con le linee, l’essenzialità minimale del tratto e le diverse tonalità, fino al pulviscolo sul nero che occupa l’ultimo minuto. Dal bianco al nero, tutti i mondi possibili della visione. E’ così?

Si, sia per le animazione che per le illustrazioni, mi piace collegare inizio e fine e dare un senso di continuità e loop infinito. Mi intriga creare e disfare le linee per poi farle ritrovare in altri punti in altre forme ma con una connessione costante nello spazio e nel tempo. Nel momento in cui il viaggio della protagonista finisce, inizia quello dello spettatore e mi piace pensare che da questo momento, chi guarda il video, inizi a porsi delle domande, ricercando sé stesso nei cambiamenti degli elementi.

Il movimento del personaggio centrale sembra desunto dalla libertà e dalla disciplina della danza. C’è una connessione tra questi due mondi, animazione e danza, che ti consente di trasformare l’illustrazione in qualcosa di vivo e in costante movimento?

La danza è stato il grande amore della mia vita e nelle mie animazioni cerco di utilizzare la poetica di cui è fatta questa potente forma di espressione. Quello che mi ha lasciato mi aiuta costantemente a “sentire” ogni cosa, intorno e dentro di me. Grazie ad essa ho imparato a percepire ed utilizzare lo spazio in modo profondo e avere disciplina e perseveranza nel lavoro, questo per me è fondamentale e mi accompagna durante la realizzazione di tutte le mie creazioni.

In Italia, secondo te che opportunità offre il videoclip agli animatori rispetto alla forma del cortometraggio destinato ai festival di settore?

I videoclip danno sicuramente una visibilità maggiore essendo “aperti” ad un pubblico piu’ ampio, a differenza dei festival che sono magari dedicati ad una cerchia piu’ ristretta o comunque per “addetti ai lavori”.

Realizzerai altri videoclip e in tal senso, c’è qualcosa a cui stai lavorando e che ci puoi anticipare?

In questo periodo ho messo in pausa alcuni progetti personali che vorrei riprendere e portare a termine. Spero comunque di poter continuare nella direzione della produzione di videoclip musicali, magari sperimentando nuovi stili e tecniche d’animazione.

Giovanni Truppi – L’Unica Oltre L’Amore – Video di Valentina Galluccio

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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