Luciano Attinà è un archeologo dell’immagine. Meno preoccupato di costruire un’estetica “bella” e in sintonia con le sollecitazioni contemporaee, si muove tra cinema, documentario, vere e proprie pulsioni underground e recupera lo spirito di un’immagine perduta, nell’atomizzazione degli archivi digitali. Qui su Indie-eye abbiamo ospitato più di una volta i suoi lavori, dal fulciano Night of the Living Deathmaches, fino al bellissimo “videoggetto” realizzato per Egestas, Trafficanti di Ombre.
Questa volta lavora per la band bolognose MANICAs, mettendo insieme un vero e proprio throwback so nineties. Immagine ritrovata in una misteriosa VHS e registrata dal segnale incerto di un’emittente misteriosa: MUSIC MATCH – TV.
Un gioco ovviamente, ma che si riferisce in modo esplicito alle numerose digitalizzazioni spontanee che negli ultimi anni hanno popolato Youtube, offrendo nuova vita a quei video realizzati in contesti produttivi precari, in piena era catodica dei videoclip.
“Pinocchio con il Frac” promuove il nuovo album dei MANICAs, intitolato “Posh Punk“. Nella clip, un cameo di Fabio Testoni, meglio conosciuto come Dandy Bestia, chitarrista e fondatore dei fondamentali Skiantos.
Luciano Attinà e il making of di Pinocchio con il frac – l’intervista
Come è nata l’idea del video?
Il video Pinocchio col frac, dei MANICAs nasce dall’idea, elaborata da me e Andrea, frontman del
gruppo, di ricreare una certa atmosfera visiva: quella delle prime tv musicali italiane, risalenti agli
anni novanta.
E come hai fatto a riferirti a quell’aura televisiva?
Ho agito di conseguenza utilizzando una videocamera HD televisiva, in grado di
restituire immagini nitide, ma al contempo sporche, con un’alta percentuale di rumore, aumentato
all’uopo in postproduzione.
E in termini estetici?
L’estetica per la messa in scena invece è stata quella tipica dei primi video musicali, dove si valorizzava la performance degli artisti. Ho scomposto l’esibizione dei MANICAs tramite un montaggio serrato e ritmato che desse un’aggressività punk, per creare un contrasto con l’aspetto più melodico della canzone. Tenendo presente il concept dell’album, Posh Punk, ho cercato di unire l’estetica underground D.I.Y. a un’illuminazione espressiva, che invece richiamasse l’aspetto più pop della band e i loro riferimenti video-musicali, come Verdena e Fluxus.
E il pupazzo di Pinocchio?
L’inserimento di un pupazzo di Pinocchio che si muove attraverso la stop motion dà la chiave di
lettura del tutto. Dandy Bestia appare come un uomo stanco e abbattuto, che attraverso l’avatar del
burattino si ritrova in una dimensione onirica dove la musica diventa simbolo dell’inconscio. Un
inconscio che spinge a rimanere un Pinocchio, un burattino per sempre bambino impertinente che
non vuole accettare le responsabilità della crescita e quindi del mondo adulto e borghese. Anche al
prezzo di condannare la propria vita a quel nichilismo e vuoto esistenziale raccontato dal brano.