“Il cuor non sa, quel che sarà, non sa se questo è un sogno o è la realtà. Non ha memoria, né Deja-vu, dov’ero prima d’ora non ricordo più“
(Femina Ridens, Non ricordo più)
Da qualche giorno il nome di Femina Ridens, il progetto di Francesca Messina, una delle voci più importanti, creative e potenti del panorama musicale italiano è su tutte le riviste nazionali e internazionali di videogames. Si perché la musicista toscana ha inciso 19 delle tracce che costituiscono la colonna sonora del nuovo videogioco pubblicato dalla software house italiana LKA, intitolato “Martha is Dead“.
Sviluppato in prima persona, si svolge nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo di Giulia, fotografa e sorella gemella di Martha K. trovata improvvisamente morta. Ambientato in Toscana, prende le mosse da una concitata azione partigiana a San Casciano nel 1944.
Attraversato da tinte thriller/horror molto forti, promette una componente visiva di alto livello, che parte proprio dalle fotografie scattate da Giulia.
La colonna sonora del gioco è stata affidata a Femina Ridens, moniker che si riferisce alla musicista toscana Francesca Messina, attiva sin dagli anni novanta, prima come Disco star durante i migliori anni della gloriosa dance italiana, poi come autrice colta e sensibile di due album, l’omonimo Femina Ridens e il bellissimo Schiaffi.
Se i musicisti coinvolti dal technical director Alessio Belli, sono anche i danesi Between Us, e il progetto Aseptic Void di Davide Terreni, che aveva già collaborato con LKA per The Town of Light, Femina Ridens scrive e rielabora ben 19 brani, alcuni dei quali sono canti tradizionali, arie del repertorio musicale colto e alcune incursioni nella musica degli anni quaranta.
Ancora non abbiamo visto il prodotto nella sua interezza, ma abbiamo ascoltato tutta la colonna sonora, senza mezzi termini, splendida.
La scansione è quella di un’OST a tutti gli effetti, con temi che vengono rielaborati, dilatati e proposti in varie versioni (il tradizionale “Bella ciao“) e momenti strumentali (l’inquietante “Confusa“).
Oltre alla varietà, sorprende la fusione tra elettronica, folk-rock e musica popolare, in una dimensione che apre nuove possibilità di interpretazione dinamica ad un repertorio altrimenti considerato erroneamente statico. “Non posso far bucato che non piova“, seconda traccia della colonna sonora, è un tradizionale attribuito a Giovanni da Cascia, iniziatore dell’Ars Nova, che nella versione di Femina Ridens rinasce a nuova vita, indicando una strada inedita e potente che per una volta passa dalla nostra tradizione invece di saccheggiare posture e culture altrui.
“Don’t Forget my Name” è una splendida nenia ipnotica e ossessiva, cantata in inglese e la cui struttura ricorda molto un certo modo di scrivere del rock anni novanta. “Ninna nanna a sette e venti” ripete il miracolo di “Non posso far bucato che non piova” recuperando una filastrocca tradizionale amatissima e riproposta negli anni sessanta del Nuovo Canzoniere Italiano e qui interpretata dalla Messina con una voce che sfiora le vette del canto lirico, mentre il pianoforte scandisce il tempo cronometrico su un tappeto orchestrale di forma dinamica; una fusione splendida tra elementi della tradizione, musica ambient e forme della musica per il cinema. Non è da meno L’Ave Maria di Schubert che tra voce e paesaggio elettronico, ricorda la sperimentazione di Lynch/Montgomery nel bellissimo Lux Vivens.
Ma “Martha is Dead” non finisce di stupire, perché Femina Ridens inanella una serie di canzoni in stile anni quaranta che rielaborano l’estetica jazz-swing rivista dalla discografia italiana di ottanta anni fa, con modalità sorprendenti, a partire dalla voce della Messina che si riferisce indifferentemente a modelli maschili e femminili, da Armstrong a Nina Simone, con una disinvoltura talmente mutante, da risultare originalissima. La prima della serie è “Mama non Mama“, seguita da “Tango Matto“, dove l’esperienza teatrale della Messina si sente tutta, nella capacità di interpretare modi, toni, respiri e pause di un vero e proprio personaggio, bagaglio tecnico ed espressivo che manca all’ottanta per cento delle interpreti italiane coeve. E se “Senza rancore” guarda allo scat di Arturo Rabagliati, lo fa con una forza espressiva e a tratti parodica da risultare galvanizzante e inquietante allo stesso modo, come lo era il foxtrot di Midnight, the Stars and You alla fine dell’indimenticabile sequenza di Shining. Il segmento delle canzoni in stile è davvero ricco ed è costituito da ben otto tracce, capaci di divertire, commuovere e inquietare, proponendo un’elaborazione complessa della canzone d’epoca che pur riferendosi a suoni, stili e rimario ben precisi, sposta sempre l’asticella delle convenzioni in uno spazio liminale; basta pensare alle bellissime “Notte Stellata” e “Non ricordo più“, che elaborano quella tradizione specifica nello stesso modo in cui i Portishead trasformavano John Barry e Isaac Hayes fino a renderli un’altra cosa e trovando una zona franca tra passato e futuro.
“Martha is dead soundtrack” è ovviamente pensato per la narrazione di un videogame, con una funzione che non differisce di molto dal ruolo di una colonna sonora scritta per il cinema, ma come nei casi migliori, è un lavoro che vive di vita propria, con una versatilità e una ricchezza notevoli. Come abbiamo visto contiene più di un’anima, ma ci consegna l’arte di una musicista matura che supera con grande classe i limiti di quello che si produce in Italia.
Molto belli anche i contributi di Between Us, in particolare la splendida “Breaking the surface“, elettronica organica tra voci e strumenti di tradizioni apolidi, ma anche tutto il lavoro di Aseptic Void, tra ambient-noise cinematica e sound design puro, davvero suggestivo nella mescolanza di suoni elettronici, field recording e voci.
“Martha is Dead” si può pre-ordinare in vinile da questa parte, sono tre dischi in vinile bianco contenuti in un gatefold con tutte le 33 tracce complessive, di cui 19, lo ricordiamo, sono state composte da Femina Ridens. Copie limitatissime, solo 500.