Cherry Red mette mano alle registrazioni su Atlantic Records dei Melvins, e pubblica tutto il periodo Major della band di Seattle. 3 CD che includono tutti e tre gli album pubblicati dal 1993 al 1995, a partire dal quinto in assoluto, “Houdini“, prodotto in parte da Kurt Cobain.
Ma oltre a “Houdini“, “Stoner Witch” e “Stag“, sono incluse anche delle introvabili b-sides, uscite insieme ai singoli pubblicati in quegli anni, che vanno a completare le registrazioni su Atlantic.
Tra gli inediti, segnaliamo le bellissime cover di “Lexicon Devil” (The Germs), “Rocket Reducer” (MC5) e “Interstellar overdrive” (Pink Floyd).
Il box Cherry Red è un classico clamshell cartonato che contiene tre CD in buste singole che recuperano tutti gli artwork originali.
Illustrazioni, testi, note, fotografie delle inner sleeves, vengono tutte riprodotte nel booklet interno al box, che non presenta note e analisi aggiuntive.
I Melvins, che avevano pubblicato fino a quel momento per la Boner Records, etichetta californiana fondata da Tom Flynn e che nel roster ha accolto band come Steel Pole Bath Tub, Hell’s Kitchen e Superconductor, proseguiranno dopo la parentesi Atlantic, incidendo nuovamente per realtà indipendenti come la Amphetamine Reptile, etichetta con la quale avevano esordito durante il periodo Atlantic, incidendo “Prick” nel 1994 e soprattutto con la Ipecac, con cui incideranno numerosi album a partire dal 1999 fino ad oggi, con una scadenza quasi annuale-
Buzz Osborne (AKA King Buzzo; chitarra e voce) e Dale Crover (batteria) hanno mantenuto una coerenza estetica e sonora invidiabile. Molti i bassisti che si sono avvicendati durante la loro carriera, da Matt Lukin, successivamente con i Mudhoney, Lori Black, Kevin Rutmanis, Jared Warren e Mark Deutrom, quest’ultimo attivo per tutto il periodo Atlantic.
Gli artwork surreali e disturbanti vengono in parte realizzati dalla moglie di Buzz, Mackie Osborne, che nella fase Atlantic disegna le copertine di “Stoner Witch” e “Stag”.
Eccentricità che si riverbera nel nonsense visionario delle liriche. Il breve periodo major della band segue in qualche modo l’esplosione circoscritta del grunge che per capitalizzare il successo ottenuto dai Nirvana, misero sotto contratto altre band “eccentriche” come Jesus Lizard, TAD e Butthole Surfers.
I Melvins anche in questa fase, pur raggiungendo una concisione maggiore rispetto ad un album fluviale, narcolettico e bellissimo come “Ozma”, vanno dritti per la loro strada, senza alcuna ingerenza e addomesticamento del loro sound. La trilogia include perle assolute, dilatazioni impensabili, cover straordinarie e per i novanta assolutamente anti-cool come “Going Blind” dei Kiss, amore mai nascosto dei nostri.
Kurt Cobain, in parte produttore di “Houdini” e già fan della band dai tempi di Bleach, album influenzato dallo sludge di quegli anni e soprattutto dal sound di Osborne/Crover, contribuirà ad amplificare l’attenzione sulla musica dei Melvins nonostante le controversie in sede di produzione.
Controversie che fanno parte anche della relazione di Osborne con i media, sempre anti-apologetica, sinceramente provocatoria e totalmente in controtendenza rispetto alle posture alternative.