Broga’s è la sigla che indica il lavoro creativo di Andrea Settembrini, Gabriele Licchelli e Francesco Lorusso, tutti e tre pugliesi e attivi nel settore videomusicale con lo spirito di un collettivo vero e proprio, tant’è si muovono insieme ad una serie di specialisti che dal montaggio, ai VFX, passando per altri ruoi specifici, costituiscono un gruppo di lavoro allargato e affiatato. Dai video già realizzati per Erin (Ventilatore Rotto, Lacrime Rosse) fino alle videopoetry per Gio Evan, mantengono una forte centralità del discorso cinematografico, inteso come influenza principale nel loro approccio al territorio videomusicale.
Come diciamo spesso, lo spazio di convergenza del videoclip contemporaneo è molto ampio e possibile e il linguaggio cinematografico è solo uno degli elementi di analisi semiotica.
In questo senso la sigla Broga’s dimostra coerenza e scelte precise, nella traduzione astratta e contratta di quelle suggestioni, i ringraziamenti alla Torino-Piemonte Film Commission confermano le intenzioni.
L’esempio più recente è il video uscito oggi per Mobrici, interamente girato a Torino, con il cantautore milanese a bordo di una Fiat 132 nel ruolo di un tassista notturno. Le creature che incontra scaturiscono dalle liriche in modo simbolico e smarginano i confini tra fantasia e realtà, con alcuni riferimenti più o meno espliciti al mondo seriale di Squid Game, ripulito dal conflitto di classe che la serie coreana sottende.
Al centro una coppia quindi, lei vittima, lui torturatore, con i ruoli sull’orlo di uno scambio radicale.
Al di là dei simboli prelevati dalla cultura popolare, le luci fotografate da Francesco Lorusso sembrano riferirsi al lavoro di Christopher Doyle, il direttore della fotografia australiano e hongkonghese, che ha contribuito nel periodo d’oro del cinema di Hong Kong, a creare un’immagine precisa, che troppo spesso e in modo inesatto viene attribuita al solo Wong-Kar Wai .
Con le dovute differenze, c’è la ricerca della medesima ipovisione e l’intenzione di lavorare in equilibrio tra luce ed ombra, con l’immagine “mangiata” ai margini.
“Tassisti della notte“, che già dal titolo bissa quasi esattamente l’edizione italiana di un noto film diretto da Jim Jarmusch, è un bel video che traduce il piccolo grande dramma di un sentimento di inadeguatezza e sradicamento, attraverso l’emersione di una violenza che non esplode mai, ma che viene filmata attraverso gesti e posture un attimo prima o un attimo dopo rispetto alla deflagrazione. La scelta di Torino può essere più o meno casuale, ma innesca altre letture, legate al passato e al presente della città, alla violenza pronta a manifestarsi, alla complessità di una metropoli apolide
In questo senso, il volto di Liu Ruogu, modella dall’innegabile presenza, è di notevole intensità e racchiude tutte queste qualità “sul bordo”.