I velocissimi e numerosi cambiamenti che hanno investito la diffusione dei videoclip in rete negli ultimi quindici anni, hanno determinato un nuovo paesaggio mediale che si è a poco a poco delineato grazie alla convergenza di formati, durata, collocazione e fruizione. L’espansione e allo stesso tempo la frammentazione dei prodotti della creatività è una delle cause, che tra i numerosi effetti benefici ha generato anche l’apertura di nuove possibilità creative. Uno dei settori che ne ha maggiormente giovato è quello dell’animazione, “genere” da sempre praticato in Italia con risultati sorprendenti, ma con un percorso difficile e accidentato all’interno dei nostri angusti confini.
Il videoclip, che nei decenni successivi all’esplosione delle televisioni tematiche ha sfornato animatori di grandissimo talento come Annabel Jankel e John Kricfalusi, giusto per citarne due assolutamente seminali, è improvvisamente diventato una cornice accessibile per veicolare la propria arte. I nuovi “unruly” media digitali stanno rappresentando anche per l’Italia una vetrina importante e frequentatissima, basta pensare al lavoro di Michele Bernardi, Marco Brancato, ad alcuni video di Erika Errante, all’arte combinatoria di Livio Fioroni, alla geniale e iconoclasta Laurina Paperina, ai personaggi ideati da Daniele e Davide Ratti, all’illustratore Riccardo Torresi, al lavoro di Gugliemo Trautvetter e dello studio Croma, giusto per citarne alcuni tra quelli che hanno trovato spazio su Indie-eye Videoclip.
Giorgio Di Pasquale si inserisce a pieno titolo in questo ampio bacino creativo, talvolta inconoscibile per frequenza e velocità. Il giovane animatore siciliano è ancora studente presso l’Accademia Nemo di Firenze, dove approfondisce l’arte dell’animazione per perfezionare le tecniche del digitale già acquisite come autodidatta. La prima esperienza “sul campo” arriva grazie ad Andrea Briselli de I Pixel per i quali realizza il video di Carosello, veicolato il marzo scorso per promuovere l’album “Perfettamente Inutile”, pubblicato da La Clinica Dischi. Il video è un esempio inventivo di lyric video, come lo sono quelli di Drew Tyndell e Rhiannon Tyndell ma su un piano diverso, esclusivamente legato al disegno e non all’uso di kinetic typography nel contesto della motion graphic, anche per quanto riguarda il lettering. “Carosello”, come ci ha raccontato lo stesso Di Pasquale, diventa una sorta di apprendistato laboratoriale per affinare tecnica e linguaggio: ” Il video di Carosello è stato il frutto di un lavoro durato sette mesi dato che ogni mese mi accorgevo di nuove funzionalità del programma che uso per fare animazioni (Adobe Animate) e cancellavo quanto fatto in precedenza per rifarlo nuovamente e meglio”
La seconda clip realizzata da Di Pasquale è quella che presentiamo oggi su indie-eye Videoclip realizzata per il nuovo singolo della band fiorentina Nevrorea.
“Karmaboy” è un lavoro realizzato al computer, ma mantiene l’approccio dell’illustrazione manuale: “Ogni frame del video – ci ha spiegato Di Pasquale – è disegnato a mano, grazie alla tavoletta grafica che riproduce in digitale ogni disegno. Con il programma poi sono in grado di mettere un disegno dopo l’altro, decidere la durata di ogni frame e creare l’illusione del movimento. Non sfrutto però tutte le comodità dei programmi di Animazione, che in certi casi permetterebbero una maggior velocità di realizzazione del video, perché il mio interesse è quello di fare qualcosa di autoriale, dove ogni immagine sia il prodotto del mio studio del movimento di ciò che avviene nella scena, piuttosto che un’automazione fredda e meccanica creata con un clic dal programma”
“Karmaboy” ci ha sorpreso molto. Si tratta di un lavoro già maturo e specifico, che cerca di ibridare la mutazione di forma, tratto e colore con la materia musicale, in una direzione non dissimile da quella di Sivan Kidron o dei geniali Mrzyk & Moriceau dove le variazioni timbriche, il groove e i cluster di toni consentono al disegno di elaborare una continua generazione di elementi, ma rimanendo solidamente ancorato alla narrazione. In questo senso l’animazione di Di Pasquale, con questi due video apparentemente diversi tra di loro, sfrutta la mobilità e le possibilità dell’arte digitale, con un occhio dentro la tradizione e una capacità di sintesi narrativa davvero notevole, che gli consente di rimanere a metà tra racconto e astrazione.
“Sono un appassionato di fumetti e questo sicuramente incide nel mio modo di disegnare o di raccontare in un video – ci ha spiegato Di Pasquale – Mi piace provare a creare scene e ambientazioni chiare e che trasmettano qualcosa semplicemente per il modo in cui sono disegnate, facendo sì che il tratto diventi protagonista e che un’inquadratura sia scelta in modo che racconti una storia. Quest’ultima è soprattutto un’esigenza che ha appunto chi deve raccontare tramite delle vignette o tramite un solo disegno.