domenica, Novembre 17, 2024

Nightmare Boyzzz – Bad Patterns: dannati americani

E qui bisogna contestualizzare, ovvero indagare il motivo per cui una schiera di giovanissime bands americane riescono a farlo meglio il rock’n’roll rispetto ai colleghi del Vecchio Continente. Scontata la questione del Dna, ci pare altrettanto banale la considerazione rispetto ai maggiori mezzi finanziari, promozionali e via dicendo che le U. S. bands avrebbero rispetto a quelle Europee. Anche perché qui si parla di roba parecchio sotterranea, materiale che nemmeno gli sdoganatori per antonomasia (leggi: Pitchfork) si azzardano a trattare.

Bad Patterns, esordio dei Nightmare Boyzzz, è infatti registrato col culo. Certamente l’agguerrita Slovenly Records in ambito garage punk sembra essere  al momento l’etichetta di riferimento insieme a In The Red e Goner che invece paiono avere le idee un tantino confuse . Perchè bad Patterns è tutto impastato, tutto incasinato, tutto sbattuto in faccia senza nessun abbellimento. Sarà questo? Sarà la noncuranza che fa rima con urgenza e che potrebbe anche essere studiata,  con cui gli americani spiattellano le proprie cose a fare la differenza? Sembra proprio il “1 2 3 4” di Ramonesiana memoria, quella sfrontatezza naif e quella zozzeria implicita ciò che manca alle ormai imborghesite formazioni inglesi contemporanee, tranne rare eccezioni,  ed a quelle storicamente imborghesite nostrane, ambito dove le eccezioni ci sono, ma sempre più raramente. 

Fatto sta che i Nightmare Boyzzz hanno scritto il disco Powerpop dell’anno appena passato. Ed ecco la differenza, l’elemento indeterminato e indefinibile; confrontate questo disco con l’ultimo, pur buono, degli inglesi Cyanide Pills, ed avrete la risposta senza bisogno di tante spiegazioni. Scum Pop, come essi stessi amano definire la propria musica; la miglior cosa r’n’r underground venuta dalla Provincia Americana dopo gli ormai dimenticati Exploding Hearts. Undici botte dove ci sentirete i Buzzcocks, i Beat di Paul Collins, il Glam Rock tamarro, sessuale e anfetaminico (pensate ai T Rex suonati a 45 giri), il compianto Jay Reatard e molte affinità con vari cugini contemporanei come Bad Sports, King Tuff, Hunx And His Punx.

Powerpop Rock’n’Roll frenetico, pieno di ganci melodici, fracassone, divertente senza essere ammiccante e piacione. E ci sono anche gli assoli di chitarra, perdinci. In poco più di mezz’ora dice tutto quello che deve dire da farvi venir voglia di rimetter su questi dannati americani.

Denis Prinzio
Denis Prinzio
Denis Prinzio è bassista di numerose band underground ora in congedo temporaneo, scribacchino di cose musicali per sincera passione, la sua missione è scoprire artisti che lo facciano star bene.

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