lunedì, Dicembre 23, 2024

Nuovo album per Portugal. The Man e fra gli Evil Friends compare il nome di Danger Mouse

“Un amico maligno e non sincero è da temere più che una bestia selvaggia, una bestia selvaggia può ferire il corpo, ma un amico malvagio ferirà la tua mente.”
A scomodare le parole di Buddha è Evil Friends, nuova release per i Portugal. The Man giunti così al loro settimo LP.
Riprendendo il tema visivo che già aveva caratterizzato The Satanic Satanist, Evil Friends si presenta agghindato a metà fra il tribale e il luciferino, affidando alla maschera demoniaca dell’artwork il compito di disgustare, o affascinare, l’ascoltatore.

Dodici tracce che, anticipando subito la conclusione delle righe che seguono, costituiscono uno degli album migliori prodotti dalla band. Un lavoro accattivante che riesce coniugare aspetti pop a deviazioni orchestrali, gli influssi psichedelici di stampo anni sessanta all’elettronica massiccia. Di certo la mano magica di Danger Mouse ha contributo alla felice riuscita dell’album, confermando nuovamente come il suo nome si tramuti in collaborazione obbligata per la progressione naturale di un gruppo ambizioso. Basti pensare, e l’elenco sarà volutamente breve, agli scambi con Gorillaz, The Black Keys, U2 o Jack White.

Tuttavia, al di là del prestigio del sodalizio, Portugal. The Man mettono a segno una tracklist da battimani, poliedrica, mutevole, sottoposta a continui cambi direzionali che riguardano non solo la scansione complessiva, ma le tracce stesse. Per fare alcuni esempi, la partenza timida e educata di Plastic Soldiers si conclude in toni mistici e rarefatti, il racconto dello spiritello spensierato in Creep in a T-shirt pulsa nel dispiegamento finale dei synth e ancora, la svolta intermedia che ammicca a Fatboy Slim di Evil Friends. A ciò si sommano la versione glam rock di Purple Yellow Red and Blue e gli di redenzione in Holy Roller (Hallelujah).

Con Evil Friends, Portugal. The Man acquisiscono un nuovo grado di perfezione, producendo un mix abbagliante e brioso la cui indipendenza trova la sua miglior espressione nelle parole spavalde di Modern Jesus (“Don’t pray for us \ We don’t need no modern Jesus \ To roll with us \ The only rule we need is never \ Giving up \ The only faith we have is faith in us”).

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.
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