Non è ben chiaro se con la settima fatica discografica della sua band Will Sheff abbia deciso di raccontare episodi della sua giovinezza o se invece abbia voluto rielaborare il suo passato nella provincia americana in modo onirico. Una cosa è certa però. Le immagini e le storie che vengono fuori da queste nuove undici canzoni sono incredibilmente reali. Will ha sempre approcciato la musica come farebbe un romanziere. In questo album interamente coniugato al passato si è calato addirittura nei panni di un narratore neorealista. Oggetti, dialoghi e piccoli particolari tengono teso il filo narrativo che Will si trascina dietro ripercorrendo le strade di Meriden.
Se leggeste i testi senza ascoltare la musica pensereste di trovarvi di fronte a un album triste e nostalgico. E in effetti è così. Will canta di luoghi e personaggi che hanno segnato i suoi primi anni di vita, e che ora sono lontani, nel tempo e nello spazio. Il titolo della prima canzone, It was my season, potrebbe fare tranquillamente da sottotitolo all’album. Amori complicati, genitori teneramente preoccupati, la spensieratezza dell’estate. Se poi invece accendeste l’audio vi accorgereste che le musiche scelte per accompagnare questo mini-romanzo non sono per niente tristi. Anzi. Il ritmo è incalzante. Gli accordi sono semplici, e spesso trascinanti. Sembra quasi che Will rievochi il passato sul sottofondo musicale di venti anni prima.
Per gli amanti delle autobiografie, e ovviamente degli Okkervil River, ascoltare The Silver Gymnasium è un ottimo modo per capire cosa combinasse sul finire degli anni ‘80 l’adolescente Will Sheff (oggi trentasettenne). Il ritratto che viene fuori da questo album è quello di un ragazzo che conduce una vita apparentemente tranquilla e si strugge per i primi amori (è anche probabile che la “Lei” dell’intero album sia sempre la stessa). Tutto ciò fino a che non parte la traccia numero 4, Pink-slips. Per tre minuti e quaranta secondi una melodia spensierata culla la descrizione di quello che è accaduto subito dopo Meriden. “Mostrami il mio ricordo più bello – probabilmente farà schifo / Nove anni giù in Texas, con puttane di entrambi i sessi, bugiardi, gente sgraziata, tossicodipendenti e ubriachi … Ho sfracellato la mia Cadillac nella valle degli specchi / Quando arrivò la chiamata, non c’era nessuno qui”.
The Silver Gymnasium è il primo album degli Okkervil River non pubblicato dalla Jagjaguwar, l’etichetta indipendente con sede a Bloomington, in Indiana, che ha seguito il gruppo fin dai suoi esordi nel 2002. Questa volta la pubblicazione è toccata alla ATO Records, la celebre casa discografica newyorkese fondata nel 2000 da Dave Matthews. L’intento è probabilmente quello di aprirsi a un pubblico musicale più vasto. Le musiche folk-rock molto orecchiabili e il tema narrativo del lavoro fanno di The Silver Gymnasium un album adatto al suo scopo.