Marcello Rotondella è un videomaker e artista visuale Novarese di stanza a Roma. Nella sua vasta e proteiforme produzione, trovano spazio anche i video musicali. Ne ha realizzati per artisti come Venerus, Jason Lamecca, Misto Mame, Zuin, Birø e altri. Per il progetto ligure Orqan, impro-music tra noise, techno, drone e dark ambient, ha realizzato il videoclip di NODICKPIC, traccia letteralmente estratta dalla sessione di improvvisazione “yellowgreen tape”, pubblicata dalla label Musica Orizzontale. La traccia coincide anche con il primo singolo estratto dal nuovo full lenght di Orqan, intitolato “Director’s Cut” uscito fresco fresco per EK4T3 Music lo scorso 2 Febbraio 2021. Il lavoro di Orqan va inoltre contestualizzato nell’ambito del più generale insieme di Musica Orizzontale, collettivo ligure teso alla ricerca di un amalgama sonoro, rarefatto, ma anche istintivo e gestuale.
La componente materica è del resto centrale del lavoro di Rotondella, tra astrazione e realismo empirico legato ai fenomeni di luce, di terra e di corpi.
Artisti come lui, che sempre più spesso trovano spazio all’interno di Indie-eye Videoclip, la prima testata in Italia ad indagare in modo sistematico e quotidiano l’evoluzione della videomusica, contribuiscono a cambiare un paradigma, pensando i videoclip come cornici aperte e possibili rispetto all’asfissia creativa che viviamo da decenni nel belpaese.
Abbiamo avvicinato questo ennesimo ed emozionante luogo di convergenza, con un’intervista a Marcello Rotondella, per il video di NODICKPIC di Orqan, che presentiamo in anteprima esclusiva.
Orqan – “Director’s cut” su Bandcamp
Marcello Rotondella su Vimeo
Come è nata la collaborazione tra Marcello Rotondella e Orqan?
Orqan: La collaborazione è nata dall’amicizia di uno dei componenti di Orqan con Marcello e dalla stima che proviamo nei suoi confronti come artista.
L’idea di realizzare un videoclip si sviluppa insieme alla presa di coscienza di voler fare un disco di brani già editi a cui dare una veste diversa: edizioni alternative, brani da completare e anche provare un formato multimediale derivato dalla nostra musica. Insomma, lavorare in maniera per noi inedita. Solitamente creiamo musica improvvisando, senza lavorare molto in fase in post-produzione, per tentare di lasciare il prodotto finale il più fedele possibile a come nasce. In “Director’s Cut” invece agiamo da registi che girano un finale alternativo e da montatori che danno un ritmo diverso alla pellicola. Da qui nasce il titolo dell’album edito dal collettivo EK4T3
Ci è subito venuto in mente Marcello quando abbiamo pensato a chi chiedere di realizzare un video, sapendo che la sua produzione è fortemente incentrata sull’astratto e spesso sull’incomunicabile e noi non comunichiamo spesso mentre suoniamo, anzi di solito non comunichiamo affatto. Dopo avergli passato tutto l’ep da cui è tratto il brano No dick pic gli abbiamo chiesto se trovasse il materiale adatto ad essere espresso in forma videoclip e abbiamo ottenuto un si come risposta.
Marcello, come hai lavorato al video. Hai deciso in fase preliminare le scelte espressive con gli Orqan?
Marcello Rotondella: Dopo avere deciso insieme il brano da utilizzare per il videoclip ho avuto la massima libertà da parte di Orqan di poter esplorare a mio piacimento forme colori luce e immagini del videoclip.
Orqan, gli avete chiesto qualcosa di specifico?
Orqan: l’unica richiesta che gli abbiamo fatto è stata che fosse completamente astratto. Non sapevamo come meglio esprimere ecome volessimo fosse il contenuto visivo.
Quando l’abbiamo visto la prima volta siamo rimasti molto colpiti dal fatto che con un’unica indicazione, che definire generica è una lusinga, fosse riuscito a superare le migliori aspettative
Marcello, puoi raccontarci mezzi, tecniche e scelte affrontate per la realizzazione?
Marcello: Il video è stato realizzato in pieno lockdown, e non avendo la possibilità di realizzare riprese in piena libertà ho deciso di utilizzare immagini di repertorio raccolte dalla memoria del mio cellulare. Da queste clip ho estratto una serie di dettagli, forme e colori che successivamente ho processato in vari modi, sia digitalmente e sia analogicamente, riprendendo indoor le stesse, ma da supporti differenti come schermi o proiezioni.
Marcello, nei tuoi video, tutti molto diversi tra di loro, ma con una forte impronta personale che li accomuna, c’è una componente materica che non consente di distinguere tra formati, tra analogico e digitale, tra post produzione e scelte ottiche. Puoi dirci, anche in questo caso, come hanno interagito tutti questi elementi, ovvero la materialità dei supporti, la forma della luce e gli interventi in post produzione?
Marcello: Di solito non ho un metodo universale per lavorare a un videoclip, ogni brano ha la propria anima e non è possibile, almeno per me, definire un modus operandi che accomuni ogni lavoro. Nel caso di “NODICKPIC” mi sono fatto guidare dal flusso magmatico del brano cercando di trovare la giusta luce ad ogni suono. Di certo la sensazione nell’ascoltarlo è stata di uno straniamento conseguente a uno strappo nel tessuto sonoro. Proprio per questo motivo ho optato per una strada distruttiva dell’immagine digitale, violandola sia con i suoi stessi mezzi, sia con la crudezza e l’ingenuità dei supporti fisici.
I tuoi videoclip anche quando sono più narrativi, hanno una forma sinestetica ben precisa. Quando non sono completamente astratti, l’astrazione emerge come elemento perturbante, quando al contrario puntano completamente verso forme astratte, emerge un radicamento agli elementi fenomenici quotidiani: luce, terra, corpi. Cosa ne pensi e cosa potresti raccontarci in questi termini del video realizzato per Orqan?
Marcello: Partendo dal presupposto che la quotidianità stessa sia perturbante, l’astrazione a questo punto diventa una via di fuga e nel caso di “NODICKPIC” ho approfondito l’immagine astratta facendomi guidare dal senso di massima libertà trasmessomi dal brano, utilizzando quasi esclusivamente riprese di luce riflessa su sostanze liquide.
La musica degli Orqan tende a mio avviso al visuale, mentre le immagini di Marcello in qualche modo hanno una qualità polifonica e musicale. Quali scambi, stimoli e sorprese avete innescato reciprocamente durante la lavorazione del video?
Orqan: non c’è stato un particolare scambio. Era un brano già pronto che non è stato adattato per la forma video e non abbiamo suggerito modifiche al risultato perché Marcello ha centrato l’obiettivo e non potevamo essere più soddisfatti.
Speriamo possa esserci uno scambio più profondo nel futuro, magari per la fruizione di uno spettacolo dal vivo quando ci verrà concesso di farlo. Il nostro immaginario astratto deriva dal fatto che tutto nasce improvvisando, senza decidere a tavolino direzioni o forme. Gli elementi visuali connessi alle uscite lo rispecchiano e collaboriamo con chi capisce e riesce a rispettare, oltre che a rappresentare il contenuto intangibile della nostra produzione.