Il 3 aprile 2009 Paolo Benvegnù, un anno dopo “A Due” di Beatrice Antolini, lancia il suo EP 500, servendosi del progetto virale liveCASTour
liveCastour viene ideato da Michele Faggi. Il progetto era stato inaugurato un anno prima, nel 2008, insieme a Beatrice Antolini per il suo bellissimo album “A Due” e si proponeva di diffondere in modo innovativo la musica dal vivo sfruttando le potenzialità della rete. Una prassi adesso comune, ma che a soli tre anni dalla nascita di una piattaforma come YouTube, proponeva un modello di condivisione dei contenuti video allora innovativo e che in seguito sarebbe diventato frequente e comune.
Paolo Benvegnù – 500 (liveCastour – Versione HD)
liveCasTour, il primo progetto virale della rete italiana legato alla musica dal vivo
I live degli artisti coinvolti venivano filmati a porte chiuse da una crew coordinata da Michele Faggi, che in seguito si sarebbe occupato della promozione e della distribuzione in rete dei brani registrati, confezionati in una serie di videoclip autonomi, che a staffetta venivano lanciati dai portali che avevano aderito al progetto. Una vera e propria disseminazione dei contenuti che coinvolse realtà come XL di Repubblica, Music Zone, Tgcom, Mtv Italia, Yahoo Musica, Rockol e molte altre. La coordinazione dell’intero progetto fu affidata alla testata giornalistica online Indie-eye.it con la produzione artistica di Michele Faggi.
I contenuti di liveCastour su indie-eye in versione HD per la prima volta
Per liveCastour furono coinvolti oltre a Beatrice Antolini e a Paolo Benvegnù anche i Kiddycar, band guidata da Stefano Santoni e Valentina Cidda, prodotta da Raitrade e che al momento è confluita in altri progetti paralleli, tra cui i Sycamore Age. Indie-eye ripropone alcuni contenuti di liveCast ri-editati in versione HD. Il progetto, legato ai primi anni zero del nuovo secolo fu infatti diffuso in standard definition.
liveCastour ha fatto la storia dei contenuti video per la rete e del videoclip italiano
liveCastOur, filmato con i mezzi e le ingenuità di quegli anni, ha fatto la storia della diffusione dei videoclip in rete. La stessa Beatrice Antolini, in un’intervista concessa a Sacha Tellini per il quotidiano online Beta Press ha raccontato: ““Decisi di seguire questa strada con la mia etichetta discografica di allora. La paternità dell’idea non è mia, ma di Michele Faggi della rivista indie-eye, che è stato sicuramente innovatore e influente per quanto riguarda l’aspetto promozionale online: all’epoca (2008, ndr), quando lo sviluppo digitale non era ai livelli di cui fruiamo oggi, si è inventato qualcosa che dopo, nel mondo del web, ha fatto scuola.” (fonte – Beta Press: https://bit.ly/2SZbPXH )