Paolo Benvegnù è morto oggi 31 dicembre 2024 a soli 59 anni.
Indie-eye nel 2009 collaborò con lui e la sua band per la realizzazione di un video live filmato a porte chiuse e realizzato per la promozione dell’EP “500“, successivamente reso disponibile in rete in tanti segmenti quanti i brani della setlist.
Il miglior modo per ricordarlo è con un montaggio di tutti i brani eseguiti sul palco, montati in un unico video di 20 minuti, con upscale in formato HD rispetto alla versione originale che fu realizzata e diffusa in Standard Definition.
Il live fu registrato il 2 Marzo del 2009 presso il Teatro Verdi di Monte San Savino.
I Brani eseguiti: 500 / Nel Silenzio / 75 Giorni / Marzo 13 / Superstiti
La band: Paolo Benvegnù, Luca Baldini, Andrea Franchi, Igor Cardeti, Guglielmo Ridolfo Gagliano
Fonie: Michele Pazzaglia
Ho passato l’ultimo dell’anno con mia madre e mia sorella e nella seconda parte della serata, a montare un video live girato per Paolo Benvegnú nel 2009, insieme a Paola e Angela Di Sante e Patrizio Gioffredi.
Si vede integrale in HD qui sopra, dura 20 minuti ed è un bel live.
Per me, e sottolineo “per me”, è il modo migliore per ricordarlo senza l’eccesso dei coccodrilli.
Paolo è in quel frame conclusivo, alla fine del video, fuori e dentro la scena.
È un lavoro che per quanto mi riguarda evoca sentimenti contrastanti che non ha alcun senso riesumare, ma che si riferiscono ad una dimensione che ci accomuna tutti, incluse le parti in gioco. Fragilità.
Che per Paolo ha probabilmente significato anche precarietà di un mestiere praticato sul filo del rasoio, una condizione che conosco benissimo.
Benvegnú l’ho incontrato per la prima volta nel 2002, quando condivideva il palco con gli Otto’P’Notri, poco dopo lo scioglimento degli Scisma. Per la band fiorentina produsse il secondo album, “Senza Pelle“.
“Piccoli Fragilissimi Film“, il suo primo lavoro solista del 2004, è anche frutto della sinergia compositiva e produttiva tra Paolo, Massimo Fantoni e Fabrizio Orrigo.
Nei coccodrilli che ho letto, questa origine fondamentale del legame di Benvegnú con Firenze viene del tutto omessa e fatta risalire alle collaborazioni con Marco Parente, che arriveranno successivamente. Erano tutti progetti fragilissimi e ricchi di creatività. Paolo, anche allora, era eccessivamente gentile e inquieto, entusiasta e sfuggente.
Di fronte alla morte che arriva improvvisa e che ieri mi ha annichilito per ore, penso spesso ad una riflessione di Sufjan Stevens quando racconta l’amore e l’orrore di essere umani:
«And in my best behavior / i am really just like him/ Look beneath the floor boards / For the secrets I have hid».
Ci tengo a sottolineare due cose, per sgombrare il campo da qualsiasi possibile equivoco: il canale YouTube di indie-eye dove è caricato il live di Paolo non è monetizzato, per scelta.
Content ID riconosce in automatico le visualizzazioni agli aventi diritto della parte audio.
Sono contento e spero che i ricavi vadano alla famiglia.
(Michele Faggi, 1 Gennaio 2025)