Quanto hanno ascoltato i National questi quattro ragazzi dell’hinterland milanese? Secondo me, molto, e molto a lungo. In ogni caso, qualunque sia stato il loro praticantato, ha sortito effetti più che buoni; in meno di quindici minuti, Marco Manini, Francesco Di Pierro, Umberto Del Gobbo e Michele Oggioni, sciorinano cinque brani celestiali e di rara delicatezza.
Secondo EP per i Les Enfants, Persi nella notte è un disco votato a catturare i momenti fugaci, la luce diffusa del crepuscolo e la rara intimità del brusio metropolitano. La formula adottata, in realtà, non è niente di innovativo: canzoni dalla struttura chiara e geometrica, voce diretta dal timbro avvolgente e suoni armoniosi e rilassanti. Tuttavia, nonostante la frequentazione del genere sia ormai diventata un pozzo a cui attingere senza ritegno, Les Enfants dimostrano una carica espressiva e comunicativa degna di nota.
Testi sinceri, trasognanti ma non per questo sublimati nei discorsi paranoici e nelle frasi sconnesse. Si passa dai suoni fragili a dispetto dell’importante tessitura di chitarra e basso (Cash), a pezzi che si aprono all’insegna delle percussioni (Milano), pur mantenendo un nobile contengo e un riserbo che oscilla fra l’intimo e l’introverso. In generale l’album emana un senso di familiarità e morbidezza, anche grazie all”uso del metallofono, capace di donare quel tocco melodioso e cullante.
Persi nella notte lascia lascia aperti interessanti spiragli per il futuro; le basi per cimentarsi in un LP e azzardare nella parte compositiva, sono già state buttate. Bisogna attendere che i Les Enfants prendano tempo, parafrasando uno dei titoli, per un ulteriore slancio e un nuovo capitolo.