Gallese nato per caso in Nuova Zelanda, ma non si direbbe. La musica di Peter Bruntnell arriva infatti dall’America più profonda, quella del country e del blues, rivisitata e aggiornata secondo i dettami stilati da Jayhawks e Uncle Tupelo e poi perfezionati dai Wilco negli ultimi anni.
Che conclusioni si traggono da questo Retrospective? Innanzitutto che Peter sa scrivere gran belle canzoni, in grado di rivaleggiare con quelle di altri autori alt-country che hanno avuto più fortuna di lui, ad esempio Ryan Adams. E poi che i momenti migliori, i più ispirati, li ha avuti tra la fine degli anni novanta e gli inizi dei duemila, all’altezza di Normal For Bridgewater e di Ends Of The Earth, dischi in cui gli arrangiamenti raggiunsero una perfetta sintesi tra grazia e malinconia, in grado di accompagnare in maniera eccellente i testi e le melodie di indiscutibile qualità.
Ascoltate come prova Handful Of Stars, il brano che apriva Normal For Bridgewater, e lasciatevi trasportare sotto il cielo dell’America in una notte stellata, con una chitarra piangente sullo sfondo di un viaggio immaginario su una highway. E subito dopo dedicatevi a Here Come The Swells, che apriva invece il disco seguente, e vi troverete immersi in atmosfere degne dei migliori Jayhawks, in perfetto equilibrio sul filo teso tra tradizione e modernità rock, soprattutto quando entra l’elettrica per un bridge davvero emozionante.
Ma non disdegnate nessuno degli altri brani, perché vi troverete ad ascoltare sempre musica di qualità, fatta essenzialmente col cuore da un artista che non ha mai sfiorato il vero successo (forse il treno poteva prenderlo proprio con Normal For Bridgewater, ma è andata com’è andata), ma che ha comunque portato avanti il suo discorso senza mai fare passi indietro o concessioni. Per esempio il pezzo che chiude la raccolta nonché l’unico inedito, Played Out, è un gran bel duetto con Rumer che rimarca ancora una volta l’ottimo songwriting di Bruntnell, per una volta anche al servizio di altre voci, una più che degna conclusione per una celebrazione tutto sommato meritata. Buon proseguimento, Peter!