La collaborazione tra Graham Dean e Peter Gabriel nasce da un’amicizia di lungo corso, cominciata nel 1978 dopo la visione comune di un film di Jodorowsky a Soho. La recente pubblicazione di Strange Beauty, il volume del pittore britannico che raccoglie molti dei suoi lavori più noti oltre ad una serie di acquerelli inediti, comprende un DVD con “Undercurrents“, il film in 16 mm diretto dall’artista nel 1981 e basato su alcuni suoi lavori tra i più disturbanti, legati alle malattie della pelle. Queste “correnti sotterranee” furono accompagnate da una colonna sonora scritta dallo stesso Gabriel con un’improvvisazione in studio durata tre giorni e tre notti, come viene evidenziato nella biografia autorizzata di Peter Gabriel, scritta da Spencer Bright.
I due artisti torneranno a collaborare in forma combinatoria per due videoclip, entrambi contenuti nel box da collezione con le opere di Graham Dean e prima ancora nel DVD “Peter Gabriel – Play, The videos“, pubblicato nel 2004 come raccolta che integra la videografia di Gabriel fino a quel momento, aggiornando la VHS intitolata CV, pubblicata nel 1987. Tra queste integrazioni, oltre ai video usciti regolarmente per la promozione di Us e di Up, gli album successivi a So, figurano anche “Solsbury Hill” e “In your eyes“, entrambi frutto della direzione artistica di York Tillyer, e realizzati con un approccio molto simile, che ricombinava stock footage e il materiale originale realizzato da Gabriel e Dean nei primi anni novanta, quindi diversi anni dopo rispetto alla pubblicazione dei rispettivi singoli.
Parte delle immagini di “In your eyes” sfruttano il patrimonio dei Prelinger Archives in modo pionieristico, se si considera che l’archivio di Rick Prelinger aveva cominciato il suo percorso nel 1982 e che la digitalizzazione del materiale verrà avviata solo nel 2002, quando il progetto potrà contare sul sostegno dell’Internet Archive, già accessibile per Tillyer al momento di mettere insieme la clip.
Oltre a questo, vengono aggiunte alcune immagini realizzate da Michael Coulson per il video di “Happiness is…“, singolo dall’album Coming Home dell’artista Buddhista Tibetana Yungchen Lhamo, pubblicato nel 1998 dalla Real World.
Mentre il video di Solsbury hill, al di là del transito da pittura a videoarte curato da Graham Dean, è un prodotto decisamente discontinuo, “In your eyes” mantiene una flagranza originale con il materiale realizzato dal pittore britannico insieme a Gabriel nel 1993. Se le integrazioni fanno pensare ad un lavoro completato nel tempo con le strategie dello stock footage, al fine di trovare alcune analogie dirette tra immagini e liriche, la parte girata in lip sync non è così lontana da certi lavori di Tony Oursler sui volti, ma si allontana da quel tipo di videoarte per avvicinarsi maggiormente alla riflessione di Dean sospesa tra pittura e video. Le tecniche utilizzate dall’artista inglese consistono in estrema sintesi nell’impiego di un supporto cartaceo che proviene dall’India meridionale e che gli consente di applicare diversi strati di colore e allo stesso tempo, di sottoporre il supporto a lacerazioni e forme di usura artificiali. Corpi e volti fatti a pezzi o immersi in una dimensione psichica frammentata, dove il difetto, lo strappo e anche l’anomalia fisico-epiteliale, suggerisce una realtà ultra-corporea destinata alla ricostruzione del fruitore. Come abbiamo già raccontato per Heart Under, secondo album dei talentuosi Just Mustard per i quali Graham Dean ha realizzato l’artwork, la prassi è definita dallo stesso artista come “archeologia inversa”, ovvero il contrario dell’esfoliazione e della spoliazione di un’immagine e allo stesso tempo, la spinta verso il degrado dei materiali stessi, per transitare dal corpo alla psiche.
Il video cerca di ricreare la stessa dimensione con l’impiego delle luci e l’utilizzo di sovrimpressioni che mantengono una qualità più organica che illuminotecnica. Il volto di Gabriel sembra abitare quel luogo tra la deformità e la maschera tribale, che aveva rappresentato tutta la parabola pre-umana e rituale della sua immagine.
“In your eyes”, per occorrenze anche promozionali, diventa combinazione tra diverse discipline e suggestioni visuali, dalla pittura al filmaking, dallo stock footage al prodotto promozionale, evidenziando quel territorio di convergenza da cui il videoclip assume forme e vita.