Vengono dalla Nuova Zelanda i Popstrangers, autori nel 2013 di un buon debutto (Antipodes). Suonano uno Psych Pop sufficientemente obliquo da farli sbrigativamente paragonare ai fortunati Tame Impala, oceanici come loro.
Facile e sbrigativo paragone: se la band capitanata da Kevin Parker è psichedelica fino al midollo, i Popstrangers usano la psichedelia solo come un lieve abbellimento, giacchè la sostanza dei 10 brani di questo Fortuna è precipuamente Pop (con la p maiuscola, appunto). Basta ascoltare la catchiness di cui sono intrisi il singolo Country Kills o Don’t Be Afraid per rendersi subito conto che Joel Flyger e soci vogliono andare dritti al sodo e rapirvi il cuore con melodie dirette dal gusto profondamente Sixties. E lo faranno, statene certi; utilizzando qualsiasi arma a loro disposizione, che sia il riff liquidamente lisergico e Dream Pop dell’iniziale Sandstorm, o l’attacco un po’ Punk un po’ C86 di Distress.
La capacità di scrivere melodie di così ampio respiro li rende più che dignitosi epigoni di altre band geograficamente affini, pensiamo agli Hoodoo Gurus o ai dimenticati Sunnyboys. Pensando al presente, si riscontrano notevoli affinità con i fenomenali Weird Dreams, autori qualche anno fa di un prodigio di Psych Powerpop intitolato Choreography. È di Powerpop se ne parla anche qui; come definire altrimenti lo zucchero filato che avvolge Tonight, o la melancholia con cui sono imbevute Violet e Her?
Right Babies fa intravedere ancora un pochino di muscoli, mentre la conclusiva What’s On Your Mind è ipnotica ed è forse quella che più facilmente può avvicinarsi ad intenti più schiettamente psichedelici.
Il resto, come detto, è Pop di ottima fattura.