lunedì, Dicembre 23, 2024

Primavera Sound 2015 – l’overwiev di Indie-Eye

Il festival europeo per eccellenza della musica indipendente taglia il traguardo dei quindici anni di carriera, un arco di tempo idoneo a stilare i primi bilanci di un’esperienza che ha segnato un serio scossone, sotto il profilo economico, per i guadagni della musica indipendente nel mercato continentale. Più giovane di Glanstonbury e meno mainstream dello Sziget di Budapest, dei quali però ha praticamente eguagliato il prestigio, la rassegna catalana parla ormai a numeri molto chiari: 1628 artisti, 348 concerti e 191.800 paganti, solo nel 2014, un incremento di spettatori di quasi il 13% rispetto all’anno passato e 50.000 unità in più rispetto a quello precedente, un aumento di PIL nella Catalogna di oltre il 5%, 1659 posti di lavoro creati, senza contare l’omologa rassegna di Oporto, circa una decina di giorni dopo. Se non è la ricetta perfetta anticrisi, data la cadenza dell’evento, si possono comunque trarre brevi considerazioni.

Primavera Sound 2015, sei motivi per considerarlo un appuntamento imperdibile

    • l’idea di portare musica, nata come indipendente e, quindi, per pochi, alle masse in un contesto urbano e, quindi, accessibile a tutti, si è rivelata vincente, agevolata per di più dalla logistica estremamente funzionale e affascinante come quella del Parc del Fòrum;
    • non scontato, di contro, era il raggiungimento di numeri così alti, anche in considerazione dei prezzi non esattamente popolari, ogni anno più elevati;
    • ciononostante, le masse arrivano perché la stagione è quella giusta e in gran parte dei casi i cinque giorni del festival diventano sette o dieci di vacanza pre-estiva, con inevitabili benefiche ricadute sull’intero terzo settore;
    • la line up ha sempre visto crescere la partecipazione di nomi di culto anche di non recente passato, in grado di raccogliere pubblico anagraficamente sempre più differenziato;
    • non era scontato un successo del genere in Spagna, Paese tradizionalmente “estraneo” a rock e dintorni;
    • ha di fatto rimesso in discussione le idee sul produrre e commercializzare musica, come vedremo in seguito.

Indie-eye al Primavera Sound 2015

Indie-Eye seguirà per voi con un report speciale vari eventi dipanati sui dieci palchi della manifestazione. Il panorama è ricco, vario ed eventuale, quantunque oramai la rassegna punti prevalentemente sul sicuro e su nuovi classici degli anni Duemila, sovente territorio di reunion. Qualche nome spot, giusto per farsi un’idea, a circa dieci giorni dall’apertura delle danze. Black Keys, The Strokes e Interpol sono il trittico di richiamo (pur avendo abbondantemente musicalmente già detto ciò che avevano), Patti Smith (e forse Antony and the Johnson) i nomi più trasversali, Shellac e Swans quelli più ricorrenti (ormai vere e proprie resident band), Voivod e Babes In Toyland le riscoperte più gradite, Hans-Joachim Roedelius quella più ardita, Alt-J, Hookworms, White Hills, James Blake, Caribou e tUnE-yArDs gli hype più recenti, Underworld e Damien Rice due diversi modi di intendere la nostalgia.

Il PrimaveraPro, che cos’è. Palinsesto, concerti e i professionisti del settore

Impossibile da riassumere in due righe, dato che la timetable è assai estesa, e, comunque, constatando che le ultime edizioni non hanno brillato meno delle precedenti, in quanto ad estro nelle scelte artistiche, soprattutto rispetto alla qualità inarrivabile della clamorosa edizione del 2011, si osserva che il festival, da qualche anno, è diventato anche altro. Presa consapevolezza delle notevoli conseguenze economiche in un mercato che annaspava (e che tuttora ha bisogno di incrementi e sostegni anche politici e governativi), gli operatori del settore hanno adottato il Primavera come gigantesca assembly room (ci si passi l’espressione semplicistica) o, meglio, centro di aggregazione per una serie di iniziative, conferenze workshop, con l’obiettivo “concettuale” di divenire una permanente fucina di idee per il futuro dell’industria musicale: questa manifestazione collaterale a ciò che accade sul palco, ma non di secondaria importanza (ché da lì si tirano le fila), prende il nome di PrimaveraPro. Anche in questo caso, due dritte per cercare di capire di cosa si occuperà e quali sono i principali eventi di quest’anno.

 

Questa è la sesta edizione dell’incontro per professionisti del settore musicale organizzato a Barcellona, nella quale si dibatterà di transizione al digitale, della riconfigurazione dell’intero settore, dell’incremento nell’importanza dei nuovi mercati, come quello australiano, quello asiatico e quello sudamericano, di tecnologia nel copyright e dell’importanza dei nuovi servizi di streaming con oltre 140 relatori che parteciperanno alle oltre 90 attività programmate dal 27 al 29 maggio nel centralissimo MACBA, il Museo di Arte Contemporanea di Barcellona. Tra questi, nomi chiave del campo come Steve Albini, Barry Dickins, Simon Raymonde, Martin Elbourne (responsabile della programmazione del festival di Glastonbury) e Will Hope (direttore dei rapporti con le etichette per Spotify), oltre a rappresentanti di Domino, The Orchard, Iceland Airwaves, 4AD, Roskilde e importanti associazioni tra cui IMPALA, Live DMA e WIN.

I congressi del Primavera Pro

La programmazione completa si può ora consultare sul sito ufficiale del Primavera
Per la prima volta, inoltre, sono istituiti due nuovi congressi che cercheranno di fornire risposte su una possibile nuova gestione della musica dal vivo e della produzione musicale. Da un lato, il Congresso Internazionale dei Locali da Concerto in cui saranno discussi le attività musicale di città come Austin, Reykjavik, Groningen e Barcellona, i modelli di gestione dei locali e la speciale relazione sempre più specifica tra locale e pubblico. Dall’altro, il Congresso Internazionale delle Etichette Indipendenti si concentrerà invece sulle legislazioni digitali europee, sui guadagni generati dalla musica a livello internazionale, sul ruolo delle etichette indipendenti nel contesto dell’industria musicale mondiale, e le sfide da affrontare nel futuro.

I concerti collaterali

A margine, si esibiranno artisti appartenenti a giovani industrie nazionali: oltre 30 band provenienti dai 10 paesi partecipanti all’incontro,. Ai paesi che avevano già partecipato alle precedenti edizioni Brasile, Cile, Spagna, Italia (con A Buzz Supreme/Modernista dal lato professionale e Denis The Night & The Panic Party, Fabryka, The Shalalalas dal lato musicale), Polonia, Lussemburgo, Israele e Repubblica Sudafricana si aggiungono quest’anno l’Australia e dal Regno Unito. Le band suoneranno sia sul palco International DayPro al MACBA.
Tante DJ session e concerti di musica elettronica live riempiranno la programmazione del Bowers & Wilkins Sound System, che per il secondo anno consecutivo sarà parte dell’evento musicale del Parc del Fòrum da giovedì 28 a sabato 30 maggio all’interno del Primavera Sound a Barcellona.
Un’ulteriore palco, per il secondo anno consecutivo, l’Heineken® Hidden Stage, ospiterà una selezione di concerti esclusivi di artisti internazionali nel corso delle tre giornate principali del Primavera Sound presso il Parc del Fòrum: giovedì 28 con Battles e Sierra Leone’s Refugee All Stars, il giorno seguente con gli spagnoli Mercromina e gli scozzesi The Pastels, chiusura domenica 30 con Vaselines e i barcellonesi Mujeres.

Ancora disponibili abbonamenti per la partecipazione al PrimaveraPro 2015. Anche quest’anno in collaborazione con A Buzz Supreme e Modernista, i professionisti italiani potranno comprare i due abbonamenti disponibili al PrimaveraPro ad un prezzo scontato. Gli interessati possono scrivere ad :  andrea@abuzzsupreme.it

 

Francesco D'Elia
Francesco D'Elia
Francesco D'Elia nasce a Firenze nel 1982. Cresce a pane e violino, si lancia negli studi compositivi e scopre che esiste anche altra musica. Difficile separarsene, tant'è che si mette a suonare pure lui.

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