Mai stati fratelli gli Snorri Brothers. Amici per la pelle fin dall’85 quando si erano incontrati per un contest di Breakdance, i due islandesi hanno cominciato a sperimentare con la fotografia in madrepatria, per poi spostarsi negli Stati Uniti dove hanno investito il music business con una tempesta di idee creative memorabili.
Dalla fotografia al video il passo è veloce, siamo nella seconda metà degli anni novanta e il contesto dei video musicali viene ritagliato intorno all’identità di autori innovativi che cambieranno il volto e la concezione dei promo.
Tra le invenzioni del duo, la SnorriCam, uno dei dispositivi più utilizzati nell’industria creativa, costituita da una fotocamera e un rig installato, per esempio, su un corpo umano. Centrata su un asse fisso, la SnorriCam può quindi scattare, senza cambiare il corpo o il soggetto principale, mentre mutano costantemente lo sfondo, l’ambiente, i riferimenti, gli oggetti, la luce, lo spazio circostante.
Il video di Daysleeper per i R.E.M. primo singolo dall’album UP, viene realizzato con questa tecnica, scattando centinaia di foto e ricombinandole in uno stop motion metafisico e suggestivo.
Mentre Michael Stipe si fa ispirare da una scritta individuata fuori da un appartamento newyorchese, immaginandosi la vita e i bioritmi completamente sballati di un lavoratore, gli Snorri sviluppano una duplice elegia della luce, tra la produttività destinata al mattino e gli interni illuminati artificialmente, dove chi è costretto a vivere fuori tempo, immagina un altro luogo e un altro spazio.