Il nord Europa stupisce, e quasi sempre positivamente. Questa volta attraverso i Say Yes Dog, nome sotto cui si celano due tedeschi e un lussemburghese, ex compagni di corso presso il Conservatorio Reale dell’Aia. Prevalentemente autoprodotto, Friend rappresenta l’album d’esordio per i SYD, un EP in quattro tracce scorrevole e ammiccante dove la voce assonnata e sdegnosa di Aaron Ahrends contrasta con i ritmi elettro-pop e decisamente catchy.
Con richiami che spaziano dai primi Klaxon fino agli Hot Chip e The XX, il suono degli SYD non si risparmia in varietà; ora sobrio, rasserenante e ipnotico, ora coinvolgente con ganci up-beat e monologhi di basso affascinanti. Get It apre all’ascolto su un tappeto vellutato di synth che accompagna il montare dei tamburi fino a creare un intruglio jazzy, retrò e mai posticcio. È facile immaginarseli suonare con un mezzo broncio e lasciare che l’esuberanza non trapeli dalle loro espressioni, quanto dalla ripetizioni narcotiche del synth (Friend) o dai giri di basso sensuali che proseguono fino a fondersi perfettamente con il battimani di sottofondo (Around My Neck). In quattro tracce, SYD dimostrano di sapere curare gli arrangiamenti più di quanto ci si attenderebbe, come in Love You Back aperta dal suono del mantice di una fisarmonica che viene poi risucchiata dal ritmo orecchiabile. Un synthpop inaspettato che suona contemporaneamente abbacchiato e festaiolo, il tutto confezionato a pennello per esprimere quel blando distaccamento, quell’isolamento cinico riassumibile nelle battute “Who needs a girl if you were born on the run?”. Questo trio può solo che stupire.
[soundcloud url=”https://api.soundcloud.com/playlists/13940444″ params=”color=ff6600&auto_play=false&show_artwork=true” width=”100%” height=”450″ iframe=”true” /]