Il rapporto geometrico che lega fra loro Maolo Toreggiani e Vittorio Marchetti, trova l’opportuna proporzione nel moniker Sin/Cos. Dopo aver chiuso, definitivamente con i My Awesome Mixtape (recensiti qui su indie-eye) e messo in pausa il progetto Quakers and Mormons, Maolo Torreggiani propone un progetto di hip-hop elettrico, un solido dalla superficie scintillante dove si riflettono dodici pezzi che respirano le influenze anticoniane degli ultimi anni 90.
Sotto la guida di Lorenzo Nada (Godblesscomputers) alla produzione, Parallelograms si dimostra subito fluido e debitamente ritmato senza per questo perdersi in un nevrotico levare sincopato. Un cocktail di suoni che convogliano nella resa del vocoder, distorti e ricomposti in un collage spersonalizzante come spersonalizzata è la voce, resa metallica e snaturata affinché artificiale quanto basta. Parallelograms è un disco freddo, in certi passaggi algido, e sottolinea con estrema onestà e chiarezza l’artificialità del prodotto. Partendo dall’opener della cronologia rovesciata, Epilogue, Sin/Cos strizza l’occhio a l’effetto dance hall dei primi Moloko, si dimena nell’automazione di Away, ripercorre certi passaggi in stile The Knife su Asteroid e Romer, fino a seguire le orme di un più vicino Blake in Orchid. A ristabilire – in parte – gli equilibri terreni concorrono le partecipazioni di Laura Lorigia (Mimes of Wine, Giardini di Mirò) la cui voce ingentilisce alcune tracce di Parallelograms, e il violino di Federico Spadoni (già My Awesome Mixtape). Un disco più adatto al live piuttosto che all’ascolto solitario, ma che mette in risalto la capacità di interpretare le espressioni della popular music attraverso il filtro dell’elettronica, fondendo spinte hip-hop alle più languide deviazioni fra soul e r’n’b.