Quella di Six By Seven è una sigla che, malgrado qualche inevitabile caduta di tono nel corso degli anni, si è sempre distinta alla lunga per l’elevata qualità della sua produzione. Love And Peace And Sympathy non fa eccezione, imponendosi come riaffermazione di un suono che a dispetto del tempo inesorabile, continua a distinguersi per la carica vitale e la potenza che riesce a trasmettere, aldilà di ogni rassegnata malinconia che, comunque, lo pervade da cima a fondo. In questo emblematica è The Rise And Fall And Decline Of Everything, che su di un tappeto Neu (ma con dei, decisamente inattesi, sentori Dire Straits) trascina l’amara consapevolezza che sebbene “Somebody come and help me!”, “…nothing changes in the end”.
Le dilatate distese che il muro sonoro traduce in shoegaze anni 90, rievocando pure le aperture psichedeliche del decennio precedente, in un percorso lineare che rimanda molto agli Spiritualized, nella rincorsa a quell’idea lisergica che va dal kraut ai Velvet sfiorando, in questo caso, il Dylan elettrico e, quindi, un certo rock generalista (Symphaty). Brani come Truce invece, travolgono in virtù di una monumentalità epica, condotta dalle tastiere chiesastiche, e rotta poi da accelerate cavalcate hard; mentre, i tappeti di hammond, portano l’apertura di Change a certi passaggi Cure dei Church di Priest=Aura, per poi farsi marziale noise albionico à la Loop. Chiusura in grande stile con una enorme Fall Into Your Arms inghiottita in volute di synth e wah wah in tirata My Bloody Valentine.
Un lavoro senza coordinate temporali; riuscito, proprio in forza del suo anacronismo, della sua ostinata aderenza a moduli che, alla fine però, tra mode e stili, sembra non riescano mai a perdere la loro efficacia.