mercoledì, Dicembre 18, 2024

Spotify vs. Tidal: migra tutte le tue playlist da l’una all’altra piattaforma

Volete passare a Tidal ma non vi va di abbandonare tutte le playlist create con amore su Spotify. Esiste un metodo, sfruttando alcune webapp di terze parti. Ne vale veramente la pena? Vi raccontiamo i pro e i contro

Spotify e Tidal, due piattaforme a confronto per la musica in streaming

Spotify e Tidal, due tra le principali piattaforme per la musica in streaming, hanno differenze specifiche che riguardano l’esperienza lato utente e le priorità riservate agli artisti.
Con un catalogo superiore in termini numerici, Tidal “fallisce” solo per quanto riguarda alcuni titoli di nicchia legati alla storia della musica alternativa, ma garantisce una qualità sonora nettamente superiore, a fronte di un costo in abbonamento più elevato.

Tidal, qualità superiore e costi più elevati

L’unica possibilità per spendere meno Tidal la offre agli studenti, con la sottoscrizione di un account Premium a 4,99 Euro, che consente di risparmiarne 5,00 rispetto al prezzo standard, esattamente come per Spotify. Tidal Hi-Fi costa invece 19,99 Euro al mese.

Tidal e Spotify, algoritmi e playlist automatiche

Diversi sono anche gli algoritmi che organizzano in modo automatico playlist e ascolti, sulla base di preferenze e generi di riferimento; Spotify è molto più precisa e allarga il raggio di possibilità anche in termini editoriali.

Spotify o Tidal, podcast o videoclip?

All’ampia dotazione Podcast di Spotify, formato e contenitore che sta vivendo una seconda, floridissima vita, Tidal contrappone una libreria di videoclip che può rappresentare una vera e propria scommessa sul futuro del formato, l’unico ancora in grado di creare movimento promozionale in rete. I video presenti su Tidal, al momento di scrivere sono 250,000, alcuni in esclusiva assoluta e con un range qualitativo che va dai 360p, per buona parte dei titoli anni ottanta e novanta, fino ad un massimo di 1080p per quanto riguarda le novità. Oltre il Full HD non si trovano quindi contenuti, ma l’esperienza è per certi versi più soddisfacente e stabile di quella su Youtube, a parità di formato ovviamente.

Tidal: dalla parte degli artisti

Lato artisti, Tidal destina più contributi per stream rispetto a Spotify e offre una connessione più diretta tra musicista e fanbase. Il formato Tidal X è un esempio specifico in tal senso e offre live show esclusivi, veri e propri meet and greets, biglietti per concerti, contenuti esclusivi ed altri benefit. Tidal Rising invece è una vera e propria piattaforma per i nuovi talenti, dove un team editoriale sceglie tra gli emergenti quelli con maggiore potenziale, per offrire un supporto promozionale gratuito, sia attraverso la piattaforma stessa, sia per quanto riguarda l’esternalizzazione di alcuni servizi, dai photo shoot al supporto per i live.

Tidal Vs. Spotify: qualità audio

La qualità audio a confronto è ancora una battaglia aperta, perché se Tidal offre fino al lossless di tipo FLAC (24 bit/96kHz) per quanto riguarda i più costosi abbonamenti Hi-Fi, il rivale ha annunciato durante il febbraio scorso l’introduzione di Spotify Hi-Fi, di cui non si sa ancora molto e che dovrebbe competere anche con Amazon Music HD.

Da Spotify a Tidal: migra tutte le tue Playlist

Con una campagna promozionale miratissima, Tidal si appoggia a servizi di terze parti per suggerire la migrazione dei contenuti da una piattaforma concorrente, verso la propria.
Uno dei problemi legati alla possibile fidelizzazione di nuovi utenti che utilizzano Spotify da anni è quella di conservare le numerose playlist create con amore e dedizione.
L’utente medio se ne fotte se ha regalato ad uno svuotacantine la collezione di vinili del nonno e gettato tra la plastica e l’indifferenziata i CD del babbo, ma è gelosissimo delle proprie playlist aggregate durante mesi di cazzeggio a creare il sostituto digitale di un mixtape.

Spingendo verso l’utilizzo di converter e webapp di gestione come Soundizz e Tune My Music, Tidal invita a duplicare velocemente le playlist conservate su Spotify, Deezer, Amazon Music, Last Fm e altri servizi, verso la propria piattaforma.

Un supporto notevole, a patto funzioni davvero, vediamo in dettaglio quali sono i pro e i contro; abbiamo testato per voi una delle due webapp, quella che ci è sembrata più intuitiva: Soundizz

Migra tutte le Playlist di Spotify su Tidal con Soundiiz

Soundiiz è una webapp che in fase di registrazione consente un log in veloce attraverso il riconoscimento degli account Google oppure Facebook, presentandosi come un software di gestione multipiattaforma che consente di sincronizzare i contenuti tra numerosi servizi.

Ci interessa in questa sede esaminare le funzioni relative all’importazione di una playlist o di un gruppo di playlist da Spotify verso Tidal.

Per trasferire tutte le selezioni da Spotify a Tidal in un colpo solo, tocca pagare un abbonamento di 4,50 euro al mese; un gioco che può valer la pena solo a patto di sfruttare il servizio per una sola volta.

Gratuitamente è possibile spostare tutto ma importando una playlist alla volta, attraverso il link di condivisione e a patto che la nostra selezione non superi i 200 brani per ogni playlist. Questo pone un problema per tutte le selezioni create da Spotify in base alle nostre preferenze, oppure per le playlist create con il nostro like ai brani preferiti, incontrati di volta in volta, dove l’ammontare dei titoli potrebbe superare anche le 500 tracce.

Abbiamo attivato la funzione standard di importazione playlist presente nel piano gratuito di Soundiiz ed ecco cosa è successo.

Soundiiz, importa playlist, tutorial passo passo

Selezionando il pulsante “Importa playlist” in alto a destra rispetto all’interfaccia full screen, abbiamo scelto la voce “Da indirizzo web” (3) che ci consente di migrare la playlist da Spotify a Tidal inserendo il link di condivisione della stessa playlist

Per chi non lo ricordasse, il link di una playlist Spotify, si ottiene selezionando il titolo della stessa con il pulsante destro del mouse e scegliendo da menu contestuale la voce Condividi/Copia link alla playlist.

Ottenuto il link, possiamo tornare all’interfaccia Soundiiz, scegliere la voce Da indirizzo web e contestualmente, inserire l’indirizzo ottenuto dalla playlist Spotify all’interno del form preposto. A questo punto non resta che selezionare il pulsante Invia URL.

Nei passaggi successivi ci verrà chiesto di Confermare la playlist, Salvare la Configurazione ed infine scegliere una piattaforma di destinazione; in questo caso Tidal.

Dopo aver scelto Tidal come servizio di Destinazione, occorre attendere alcuni secondi mentre l’importazione viene ultimata. Nel caso in cui qualcosa non vada a buon fine, sarà lo stesso Soundiiz ad avvertirci. Questo può accadere ogni volta che un brano di Spotify non venga trovato nella libreria di Tidal, come nel nostro caso

Soundiiz ci ha segnalato due errori. Se scegliamo il pulsante che li indica, vedremo quali sono i titoli che Tidal non è riuscito a trovare nella sua libreria di oltre 60 milioni di brani musicali.

Le due tracce incriminate sono “Screen Kiss” di Thomas Dolby, e “Great Museum” dei Tortoise, entrambi due “classici” della musica di qualità, rispettivamente, del genere electro-pop e post-rock.

Nella nostra esperienza con Soundiiz che ci ha consentito di far confronti diretti tra le librerie di Spotify e di Tidal abbiamo potuto verificare che in relazione al catalogo della musica alternativa dalla fine degli anni settanta fino ai giorni nostri, Spotify soddisfa maggiormente l’ascoltatore con qualche esigenza in più. Nomi come “Camper Van Beethoven”, “Sun City Girls”, ma anche alcuni titoli particolari legati alla cultura Northern Soul oppure Psichedelica degli anni sessanta e settanta, se non totalmente assenti, sono presenti con pochissimi brani e discografie ridotte al minimo.
Non si tratta di un gap enorme, perché su 100 playlist importate, Tidal ha fallito con una media di due titoli per ogni playlist, segno di un avvicinamento progressivo tra i due cataloghi.

Tidal o Spotify, quale scegliere?

Differenze alla mano, difficile eseguire un test adatto a tutti i palati. Tidal offre per questo un profilo prova di 30 giorni, completamente funzionante. A differenza di Spotify non può essere utilizzato anche gratuitamente e con funzioni ridotte, ma solo nel periodo di prova concesso, scaduto il quale occorre pagare per utilizzare qualsiasi funzione. Un mese dovrebbe essere sufficiente per testare le possibilità della piattaforma, anche lato mobile e per mettere alla prova un servizio di importazione playlist come Soundiiz.

Se sarete soddisfatti dei risultati, potrete abbandonare Spotify, in nome di un’esperienza audio di qualità superiore.

Redazione IE
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