Nell’ambito del suo ampio tour insieme al chitarrista Gerry Leonard, Suzanne Vega ha sentito sin da subito l’urgenza di sostenere il popolo ucraino. Il 10 marzo scorso partecipa al concerto di beneficenza newyorchese allestito per il paese dell’Europa orientale, suonando Rock in This Pocket (Song of David) e Song of Sand. Scelte molto precise, se si considera che il primo brano è ispirato alla storia biblica di Davide e Golia, raccontata dalla prospettiva del primo e che la seconda canzone è una dolente e poetica descrizione della guerra come strumento delle autocrazie.
Nell’ambito dell’ampio tour che ha celebrato i quarant’anni di carriera della musicista newyorchese, “Last train from Mariupol” è comparsa alla fine di settembre nella setlist, per rimanerci fino alle ultime date.
Scritta durante il mese di giugno come risposta agli orrori perpetrati dalla Russia in terra Ucraina ed eseguita in duo con la sola chitarra di Gerry Leonard, è stata registrata ad ottima qualità audio durante una delle date statunitensi del tour.
The Line of Best Fit, il magazine indipendente con la direzione editoriale di Paul Bridgewater, ha chiesto a Suzanne se ci fosse una controparte video della stessa qualità. La Vega ha risposto di no, ma ha preparato una clip istantanea nella forma del video-ritratto intimo, filmato nella camera d’albergo parigina dove alloggiava per le tre date fissate alla Cité de la musique.
Nella lunga intervista della rivista londinese, viene ripercorsa la genesi di alcuni dei brani più significativi tra quelli scritti in quarant’anni da Vega. La selezione include anche Last train from Mariupol, definita come una filastrocca per bambini sia per i testi che per la struttura armonica.
“La canzone – dice Suzanne – è scaturita dalle immagini che arrivavano dai media, soprattutto all’inizio della guerra, durante il mese di Febbraio, quando una massa di persone nel panico cercava di mettersi in salvo sui treni“. La scelta di Mariupol, dice Suzanne, è per la musicalità del nome, che ha sentito dal resoconto di un reporter: “Un bellissimo nome. Anche la città lo è. Meritava una canzone“.
Anche l’immagine dell’assenza di Dio proviene da un racconto giornalistico, suggestione che Vega trasforma con il suo consueto metodo poetico, nella presenza di Dio stesso sul treno che lascia la propria terra insieme al popolo.
Il video si può vedere sul profilo ufficiale Youtube di The Line of Best fit: Suzanne Vega – Last Train from Mariupol