domenica, Dicembre 22, 2024

Sycamore Age – Perfect Laughter: la recensione

Seconda prova per i Sycamore Age e secondo centro pieno. A tre anni di distanza dall’eponimo esordio e dopo una lunga serie di strepitosi concerti che li hanno portati in giro per l’Italia e l’Europa gli aretini capitanati da Francesco Chimenti, non il solito figlio d’arte, e da Stefano Santoni si ripresentano a noi ascoltatori con Perfect Laughter, disco che sposta ancora più in là il discorso artistico e sonoro della band, come già ci avevano anticipato quando li incontrammo alla Festa della Musica a Chianciano Terme. In quell’occasione la band ci parlò di groove e di free jazz come maggiori novità nel suono e in effetti questi elementi sono presenti, accompagnati però da mille rivoli sonori, che vanno soprattutto ad attingere dalle esperienze più colte e particolari del rock che negli anni Settanta (e che da allora in poi non ha più smesso) andava ad ibridarsi col jazz e non solo per diventare altro, per diventare arte.

Si possono quindi sentire i King Crimson in brani come Behind The Sun o le esperienze canterburiane di gruppi come Hatfield And The North e Matching Mole in Noise Of Falls, The Womb Of Nowhere o Cheap Chores, ma anche inserti etnici, in particolare a livello percussivo (vedi 7 o In The Blink Of An Eye) o nell’uso di strumenti particolari, e similitudini con gruppi del nuovo millennio, come gli Akron/Family che spuntano qua e là come suono e immaginario.

E come spesso accadeva negli anni Settanta, c’è anche un tema unico ad accomunare le undici canzoni del disco, il rapporto tra uomo e divinità, sviscerato per diverse culture, in particolare quelle che nei millenni hanno gravitato intorno al Mediterraneo, ad alimentare e a farsi alimentare dal sincretismo sonoro proposto dalla band in un circolo virtuoso sempre più avvolgente.
Il disco trova quindi un miracoloso equilibrio tra antichità e modernità, intese sia in senso generale che nella più breve cronologia rock, creando quaranta minuti di sospensione spazio-temporale, dove a vigere è la bellezza delle canzoni e dei suoni, capaci di balzare attraverso influenze, luoghi e periodi storici senza soluzione di continuità.
Ascoltate dunque Perfect Laughter, e non perdetevi poi i live dei Sycamore Age, probabilmente la migliore band italiana oggi.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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