Regista, video artista, grafico e animatore pluripremiato, Tee Ken Ng è nato in malesia, ma vive e opera a Perth, in Australia. Come molti artisti del suo livello, si muove tra il mondo dell’arte contemporanea e quello di consumo, tanto da aver messo insieme moltissimi lavori tra videoclip e spot pubblicitari realizzati per brand come Google, Twitter, Apple, Starbucks, Toyota, Perrier, giusto per citarne alcuni.
Dovessimo trovare un fil rouge nella sua arte, costituita da un connubio tra fascinazione ottica e la costruzione di vere e proprie macchine celibi dove il meccanismo del movimento e i processi percettivi vengono decostruiti, questo potrebbe esser rintracciato nella storia stessa dell’illusionismo.
L’amore per i dispositivi del proto-cinema è un esempio preciso; Tee Ken Ng ha ideato e messo a punto, tra le altre cose, una serie di vinili da far girare su giradischi, sfruttando i principi del Fenachistoscopio messo a punto dal fisico belga Joseph Plateau. Quell’inganno dell’occhio che consentiva di animare una serie di immagini grazie alla sovrapposizione di un secondo disco segmentato da finestre radiali, rinasce a nuova vita grazie alla portabilità della tecnologia video odierna. L’unica vicinanza al digitale è quella delle piattaforme come Vine, dove ha cominciato a sperimentare i tuoi trucchi e quella dei dispositivi di ripresa, mentre gli effetti vengono realizzati tutti sul set, davanti alla camera, in un trionfo di illusionismo prospettico che si interroga sempre sulla nostra posizione come osservatori.
La collaborazione più recente in ambito videomusicale è con Merrill Garbus e il suo progetto, conosciuto come tUnE-yArDs. Per l’artista della scuderia 4AD, Tee Ken Ng ha ideato e costruito un set in miniatura approntato per il percorso in piano sequenza di un trenino elettrico. Nel viaggio esplorativo del veicolo, lo spazio si moltiplica grazie ai giochi di ombre, agli oggetti incontrati e alla performance della Garbus smembrata e decostruita.
Forse una delle immagini più potenti sulla dislocazione del corpo performativo durante l’esperienza di isolamento, proprio perché combina l’aspetto concettuale con le meraviglie di un’arte aptica e pratica.
Hypnotized è tra i venti video che ho personalmente selezionato per il concorso di Asolo Art Film Festival 2021, nella sezione “Music Video”.
Per l’occasione, ho intervistato Tee Ken Ng, che ci ha raccontato il making of e i segreti del suo video. L’intervista si legge dopo il videoclip
Hypnotized, il video di Tee Ken Ng realizzato per tUnE-yArDs
Tee Ken Ng. Questa illusione puoi toccarla. L’intervista
Come hai incontrato la musica di tUnE-yArDs e come hai cominciato a collaborare con lei?
Ho conosciuto la musica di Merrill Garbus al tempo di Whokill, il secondo album come tUnE-yArDs. Ho amato quel disco, immediato e catchy, ma complesso e innovativo allo stesso tempo. Da quel momento ho seguito ogni loro uscita. Quando la 4AD mi ha chiesto se volevo lavorare con Merrill e Nate Brenner, ero felicissimo per l’opportunità. Merrill aveva visto il video musicale che avevo realizzato per Jacob Collier (n.d.a. All i need, un milione e mezzo di visualizzazioni su Youtube) dove veniva animato un disco collocato su un giradischi e lo aveva trovato ipnotico; per questo aveva pensato a me per il singolo di hypnotized.
Effetti artigianali e illusioni ottiche sono il motore della tua arte. Per Hypnotized hai creato un mondo meccanico che sta a metà tra la video installazione e un puzzle. Puoi raccontarci le origini e lo sviluppo di queste idee?
Mi è sempre piaciuto generare domande negli spettatori, su quello che stanno vedendo e creare interrogativi sul modo in cui tutto ciò è stato realizzato. Nella maggior parte dei miei video le modalità sono raramente nascoste, tutto viene messo a nudo, proprio per questo suscita ancora di più la curiosità dello spettatore. In Hypnotized non c’era modo di nascondere assolutamente niente, anche se avessimo voluto farlo, se consideri che la telecamera piazzata sul trenino in movimento era in grado di osservare ogni direzione mentre attraversava lo spazio. L’idea di mostra e abbracciare totalmente l’artificio risale alle mie prime installazioni video. Il mio lavoro all’epoca era spesso autoreferenziale, esploravo vari modi di usare il mezzo video per metterlo in discussione in forma illusoria, ma totalmente trasparente.
La tua arte mette l’occhio dello spettatore “all’interno dell’effetto”. In questo modo le idee ottiche hanno sempre qualcosa di concreto, come se si trattasse di un’esperienza reale. Penso allo zoetropio che ha usato per il video di Leaving LA (n.d.a. da questa parte un interessante making dello stesso video) e naturalmente anche dell’optical art video che ha decostruito per la clip di Hypnotized. Mi riferisco, in quest’ultimo caso alle parti del corpo, alla bocca e agli occhi di Merrill, dislocate attraverso il percorso e le ombre proiettate sul muro. Puoi raccontarci questa filosofia della visione e come l’hai messa insieme per Hypnotized?
Mi piace molto come hai definito e catturato il concetto, quando dici “mettere l’occhio dello spettatore all’interno dell’effetto”, perché è letteralmente quello che compie la camera piazzata sul trenino. Quando fa una panoramica per mostrare le ombre del treno sul muro, rivela allo spettatore come lo stesso video è stato girato. Quello che dici, sulla possibilità di mantenerlo reale o concreto, è un aspetto per il quale mi sforzo ogni volta che creo e giro. Preferisco fare il più possibile con la fotocamera, perché questo aumenta l’impatto dell’effetto che sto creando. Più o meno è come eseguire un trucco di magia con le mani aperte. In questo senso sposo totalmente la sfida e i limiti che comporta, poiché mi costringe ad essere più creativo e a sperimentare cose nuove e diverse, talvolta anche per disperazione! A volte sembra più un atto di fuga in effetti, invece che un trucco di magia.
Come mai hai scelto di costruire un percorso attraverso un treno giocattolo?
Perché volevo creare una corsa dalla quale non era possibile scendere oppure da cui era impossibile distogliere lo sguardo. Sostenere lo sguardo dello spettatore con una visuale che poteva continuare a fluire senza interruzioni, sentivo che poteva essere molto ipnotico. Merrill e io siamo entrambi stati ispirati dalla scena del giro in barca nel film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, quello interpretato da Gene Wilder. Ci piaceva moltissimo lo spirito inquietante. Penso che Merrill abbia incorporato Gene Wilder in quella scena per alcune parti della sua performance.
I piccoli oggetti (Animali, teiere) che incrociano il percorso, sono esasperati in forme e dimensioni dalle luci che ne proiettano le orme sulle pareti. Sembra ti piacciano in qualche modo gli effetti che provengono dal proto-cinema…
Assolutamente. Perché se parliamo a proposito della possibilità di rivelare l’aspetto illusorio dell’immagine in movimento, allora il proto-cinema delle origini è l’origine di tutto. Dispositivi come lo zoetropio che ho usato appunto per il video di Leaving LA sono totalmente magici perché creano l’illusione proprio quando tutto quanto è totalmente esposto e chiaro per lo spettatore. Nella nuda meccanica ci sono bellezza e semplicità intrinseche che trovo accattivanti.
Lo spazio della performance tipico dei video musicali girati in studio dove il corpo dell’artista è centrale, in hypnotized è completamente reinventato. Che ne pensi?
A causa dell’isolamento forzato per l’emergenza epidemiologica Covid-19 gli artisti hanno dovuto trovare diversi modi creativi per continuare a collaborare, in questo senso Hypnotized è un buon esempio. Abbiamo avuto l’idea della telecamera sul treno sin dall’inizio, ma non avevamo ancora pensato come sarebbero apparsi Merrill e Nate nel video. Sentivo che il semplice montaggio di riprese della loro esibizione sarebbe stato stridente se montato insieme alle riprese in soggettiva del trenino. L’aspetto più strano e che non mi convinceva era legato alle differenze di scala. Quando abbiamo deciso di girare con un solo piano sequenza, allora ho compreso che dovevo creare una lunga serie di binari intorno al mio studio, in modo che il treno potesse viaggiare per tutta la durata della canzone. L’idea di utilizzare televisori e vecchi monitor per visualizzare Merrill e Nate è diventata ovvia, perché in quel modo non avremmo avuto bisogno di alcun taglio. Ho inviato a Merrill e Nate una lista di tutte le performance che volevo riprodurre sugli schermi. Loro hanno filmato tutto da soli a casa, durante il lockdown. Le loro esibizioni generano un effetto particolare, come se stesero guardando dentro il mio studio, intrappolati nella cornice dello schermo; adattissimo a questi tempi.
Optical art e video art nelle tue creazioni interagiscono per creare un mondo di pura esperienza. Il tuo scopo è questo?
Totalmente. Il mondo a cui miravo con Hypnotized era qualcosa di simile ad uno dei libri di enigmi illustrati della serie I Spy (n.d.a. la serie “I Spy” per bambini dai 2 ai 5 anni è una collana di libri puzzle creata da Jean Marzollo e Walter Wick, per la casa editrice Scholastic. Ogni pagina contiene una foto con una moltitudine di oggetti, e gli enigmi scritti in tetrametro, indicano quali sono quelli da cercare). Volevo che ogni fotogramma fosse colmo di forme e ombre misteriose che avrebbero indotto lo spettatore a tornare indietro per scoprire i dettagli e gli elementi seminascosti. Volevo un mondo in cui fosse possibile perdersi, cercando i modi per capirlo e interpretarlo.
Preferisci la video art e le installazioni come realtà contemplativa oppure come un mondo di possibili interazioni?
Come spettatore preferisco l’aspetto contemplativo, ma nei miei lavori cerco un equilibrio tra interazione e coinvolgimento passivo.
Cosa pensi dei video musicali che si producono oggi, in generale, e cosa ti interessa di questa forma specifica?
Amo l’apertura e la flessibilità creativa della forma. I video musicali sono ancora un mezzo entusiasmante per gli artisti, per connettersi con il loro pubblico. Scopro costantemente canzoni e artisti di cui non ho mai sentito parlare attraverso fantastici video musicali.È una forma così soddisfacente su cui poter lavorare, quando viene azzeccata la combinazione di musica e immagini, è una vera e propria l’alchimia.