venerdì, Novembre 15, 2024

The Amazing – Picture you: la recensione

Gli svedesi Dungen, attivi dal 2001 al 2010, avevano collezionato una serie di album influenzati dal Jazz e dalla psichedelia, nella direzione dei primi Traffic e per quanto riguarda le propaggini più sperimentali, avvicinandosi ad alcune intuizioni dei Soft Machine. Della band di Estjes/Fiske non si sono avute più tracce fino a quando alla fine del 2009, Reine Fiske forma The Amazing insieme al batterista dei Dungen, Johan Holmegard, aggiungendo la chitarra di Christoffer Gunrup e la voce di Frederik Swahn.

Le influenze dei Dungen vengono quindi rilette alla luce di un approccio più marcatamente pop, basta pensare all’opener del primo Ep pubblicato nel 2009, dedicata ad una cover dei Fleetwood Mac più sconosciuti, quelli del periodo intermedio; “The Kirwan Song” era una vera e propria dichiarazione di intenti, un mix tra psichelia, folk britannico e easy pop, caratteristiche che hanno trovato stimolante applicazione nel successivo “Gentle Stream” e che in questo nuovo “Picture You” procedono in una direzione sempre più atmosferica e astrale, tanto da filtrare le influenze elettriche del rock britannico periodo Ride, Jesus and Mary Chain e My Bloody Valentine” in un “pastiche” dove le tastiere e le chitarre, pur mantenendo una connessione con certe cose dei Pink Floyd, puntano ad una definizione “retrò” che è anche sinonimo di originalità combinatoria.

Le prime tre tracce di “Picture you” delimitano da subito i confini del sound The Amazing, non così distante da quello che The Church di “The Blurred Crusade” e “Starfish”, avevano realizzato, costruendo un suono di sintesi tra passato e futuro. Difficile allora sezionare l’ultimo lavoro del combo svedese sul tavolo autoptico, perchè le influenze sono moltissime, oltre a quelle citate non è per esempio difficile scorgere il suono dell’ultimo Elliot Smith, quello delle produzioni Dreamworks, oppure i moltissimi riferimenti al folk britannico.

L’aspetto più importante a nostro avviso è la capacità di The Amazing di elaborare un suono assolutamente originale intorno a tutti questi elementi, non abdicando quasi mai alla forma standard del brano, ma inserendo derive cinematiche, code strumentali, interludi visionari e separando il concetto di musica alchemica da un sound troppo riconoscibile in senso citazionista, in questo senso, se dovessimo cedere al giochino delle collocazioni, The Amazing è più vicina ad una band tra gli ottanta e i novanta che non ad un sound psichedelico settantiano, e se alcuni brani sembrano lambire le terre malinconiche dei primi Midlake, il forte senso dell’orchestrazione che la band svedese dimostra, ci porta immediatamente altrove, forse più dalla parte dei Mercury Rev.

La sensazione che ci si trovi davanti ad una band dalle possibilità enormi è offerta anche da un brano come “Fryshusfunk”, forse l’episodio più vicino al sound Dungen, in quell’oscillazione tra downtempo e il trattamento space-age di chitarre e sezione ritmica; un Jazz imbastardito, che improvvisamente esplode in una deriva elettrica tra Pink Floyd e Jimi Hendrix.

Agli antipodi, ma sempre emanazione degli stessi mondi, “Tell them you can’t leave” e “The headless boy“; la prima elabora l’episodio più pop e catchy dell’intera tracklist, tra The Stems e Cardigans, mentre la successiva è un’incursione nel folk britannico di matrice acustica.

Ma sono gli otto minuti di “Captured light” a dare la misura di una band che ha acquisito forti capacità comunicative senza abbandonare la voglia di oltrepassare i confini della forma canzone, la struttura è quella della mini-suite, con una serie di passaggi di stato, ma senza perdere di vista concisione e un gusto estremamente sobrio nella combinazione dei suoni.

Picture You” esce a metà febbraio per Partisan Records, ad anticipare l’album il bel video della title track

Ugo Carpi
Ugo Carpi
Ugo Carpi ascolta e scrive per passione. Predilige il rock selvaggio, rumoroso, fatto con il sangue e con il cuore.

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