«Ovunque io sia, riconoscerò le tue risate, vedrò il sorriso nei tuoi occhi, sentirò la tua voce. Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà, nell’inferno, il mio angolo di paradiso.»
The Fall of Eve and Adam è il nuovo video di Michele Pastrello in anteprima esclusiva su Indie-eye Videoclip. Interpretato da Carla Carla Camporese, Roberto Turri e Lorena Trevisan, occupa quella frontiera già esplorata dal regista trevigiano, a metà tra cinema, video d’arte e video musicale. La clip è sviluppata sulle musiche scritte dallo stesso Pastrello e contenute nell’album Blossom, ascoltabile anche su Spotify
Indie-eye presenta il video in anteprima esclusiva e un’intervista all’autore
Michele Pastrello, l’intervista
Da dove nasce l’idea del video?
L’idea del videoclip è nata da uno insolito incontro. Stavo passeggiando per San Daniele del Friuli, piccola cittadina collinare, quando mi sono imbattuto – era estate – in una signora vestita molto elegantemente e tutta ricercatamente agghindata che, con passo lento, trascinava con sé un trolley per la spesa. Era una strada in salita e abbastanza lunga, prima di arrivare alle vie del centro. Questo incontro mi è rimasto impresso, anche se non so spiegare il perché. Mi chiedevo: quale sarà la sua storia, quante volte in un mese farà la stessa strada? Ecco, da questo “incontro” è nata l’idea di The fall of Eve and Adam, che ho concepito così solo quando ho realizzato anche l’omonimo brano.
Come hai sviluppato questa suggestione, anche in termini di location?
Per location volevo una strada lunga e dritta di campagna, in principio la volevo asfaltata, ma il via vai delle auto sarebbe stato un problema. Quindi con un orizzonte sgombro; e poi ho deciso di mutare il personaggio, da donna borghese di città a donna rurale. La location è nei Magredi del pordenonese, una ampia terra magra friulana.
Chi è l’attrice?
Come attrice ho scelto Carla Camporese, padovana, con cui avevo già lavorato in passato e che ha un vasto curriculum come attrice in produzioni venete.
I tuoi non sono cortometraggi tradizionalmente intesi, ma contaminano la forma videoclip con altri elementi (advertising, film d’arte, fiction) Le motivazioni, anche intime e creative, di questa scelta.
Sì, vero. Per quanto io sia nato come regista di cortometraggi più tradizionali, negli ultimi anni ho sintetizzato tempi e ritmi e contaminato il tutto con altri linguaggi. Dopo aver partecipato a svariati festival in passato, avevo voglia di arrivare direttamente al pubblico e, nel suo essere oceano vasto, il web concede questa opportunità. Consapevole che chi è innanzi allo smartphone o al pc spesso ha tempi rapidi, ho deciso di adattarmi a questi ritmi cercando però di non tradire la mia personalità. I miei video sovente raccontano storie o creano simbologie che narrano l’essere umano, sono un concentrato di evocazioni introspettive, esistenziali o, perché no, anche filosofiche e fantastiche, che sono i codici che piacciono a me.
Cosa ti interessa del formato videoclip e cosa per te è superfluo e di scarso interesse, anche in relazione al panorama contemporaneo del video musicale
In passato ho diretto una dozzina tonda di videoclip per cantanti vari, cosa che ora sono meno interessato a fare. A meno che non sia, come in questo caso, per musica composta da me, per il mio disco ambient-pop Blossom. Io amo il modo di realizzare videoclip che spesso si incontra nel Nord Europa, sono piccole opere d’arte visiva-concettuale o intensi/fantasiosi cortometraggi. Al netto di eventuali problematiche di budget, in Italia comunque – per quella che è la mia sensibilità – c’è troppo l’ego, quando non l’edonismo, dei cantanti dentro i loro videoclip, spesso sterilmente estetizzanti. Altrove invece l’official video è un’opera d’arte abbinata alla canzone; ci sono autori come Royksopp, Novo Amor, Olafur Arnalds, aYia, Sigur Ross che scelgono registi che facciano esperienza della loro musica per trasformarla in qualcosa dal forte valore artistico: arte che incontra arte.
La storia di The Fall of Eve and Adam in sintesi
The fall of Eve and Adam racconta una storia semplice: c’era una volta un amore tra due persone, quell’amore c’è anche oggi solo che una delle due persone non c’è più, è “altrove”.
Che significato assume per te questa storia?
Lo sappiamo: nella vita c’è chi non riesce o non desidera trovarne un altro, forse perché il “vecchio” amore è sempre presente, nel tempo della vita che rimane. Ogni tanto capitano momenti in cui sembra che chi è altrove sia ancora presente, magari in sensazioni inspiegabili con la logica o in visioni che subito dopo sembrano allucinazioni: momenti che ci lasciano senza un battito nel petto.
E in termini concettuali?
Scriveva un filosofo: “Nell’esperienza d’amore siamo tutti Adamo ed Eva al primo giorno della creazione, perché sull’amore l’esperienza degli altri non ci insegna nulla.” E come tutte le esperienze trascendentali, che hanno un inizio, non si sa mai bene quando e se finiscano.