Chi ci legge sa bene quanto ci stiano sull’anima le parole d’ordine. Diktat ideologici a forza di hashtag che cercano di indirizzare la narrazione, forzando la creatività in un percorso obbligato. Ci siamo rifiutati in questi giorni di fare la tassonomia dei videoclip realizzati sotto coprifuoco, preferendo l’esperienza singola e le diverse modalità di adattamento rispetto alle limitazioni attuali. Forme e linguaggi preesistenti sono stati ri-combinati non solo per necessità, ma anche per attitudine, spesso rivelando capacità sorprendenti. Troppo presto e allo stesso tempo troppo tardi per farne un bilancio, operazione inutile che lasciamo alla comunità dei blogger, nata e morta sui social network tra classifiche e statistiche approssimative, anti-specifiche, amatoriali, già superate al momento della pubblicazione.
Documentare significa raccontare un processo in fieri, diverso giorno per giorno. Erika Errante, videomaker di talento, da sempre attiva nel ricercare l’immagine tra reale e digitale, si è trovata a metà tra i due mondi, proprio mentre stava realizzando “Day Will Follow Dawn“, il nuovo video per The Ghost Wolves, band inserita nel roster della prestigiosa Third Man Records, l’etichetta fondata da Jack White nel 2001. I due mondi sono quelli separati dagli effetti della pandemia globale sulla realtà produttiva. Senza più un set, Erika e il suo collaboratore Pierfrancesco Del Seppia, hanno dovuto piegare il mestiere alle possibilità del momento. Invece di cedere alla cornice del dispositivo, come quasi tutti gli orribili video in “split” che abbiamo visto in questi mesi, si è ricordata della passione per l’artigianato cinematografico, per i giochi in scala di certo cinema, per i set miniaturizzati di Mario Bava, regista che sicuramente ama.
Più di altre forme, il videoclip ben si adatta a questa riduzione dello spazio tecnico, alla ricerca dell’infinito nell’infinitesimamente piccolo. Ed ecco che gli “sfondamenti” del Green Screen e la cicatrice tra un set e l’altro, diventano occasione per creare un ponte nuovo.
Erika lo dice chiaramente in questa intervista che ci ha concesso, in una fase come questa, chi lavora con i video dovrà essere reattivo, non reazionario.
The Ghost Wolves – Day Will Follow Dawn – Un video di Erika Errante
Day Will Follow Dawn, il making of
Erika, come è cominciata la collaborazione con The Ghost Wolves?
Sono sempre stata attenta ai nuovi progetti promossi dalla Third Man Records e, in questo caso, la mia voglia di lavorare con una band che seguivo è coincisa con il loro tour italiano e il desiderio di entrambi di realizzare un video insieme. È stata basilarmente una concomitanza di fattori, grazie alla quale abbiamo potuto prendere contatti a distanza e, nel giro di pochissimo tempo, realizzare tutto il necessario per il set. Oltre che assistere ad un loro gran concerto a fine riprese.
come hai discusso con loro il progetto?
La pianificazione e la realizzazione di questo video sono state una sfida molto divertita. Una volta ascoltato il brano, ho inviato alla band, nel pochissimo margine di tempo disponibile, una mail dove gli proponevo, in maniera del tutto estemporanea, di realizzare tutte le riprese del video, nelle poche ore che sarebbero intercorse tra il loro arrivo ad Arezzo ed il sound-check (4 ore in totale) prima della loro data toscana. Loro hanno raccolto subito questa sfida, fidandosi totalmente del soggetto e ci hanno risposto entusiasticamente sempre via mail. Nelle 24 ore successive, i costumi erano realizzati e tutte le riprese con la band erano terminate. Essendoci sentiti da paesi diversi ed organizzati soltanto in maniera virtuale, lo ritengo un trionfo personale di entusiasmo e fiducia incondizionata.
Il video rientra perfettamente, per temi e stile, nel tono della tua videografia, ma è realizzato con modalità diverse. Puoi raccontarci i tempi e i modi in cui è stato realizzato e dove hai girato i vari segmenti, con e senza la band?
Avendo tempi strettissimi, mi sono divertita a immaginare una sorta di “Le tentazioni del dottor Antonio”. Il video doveva avere un impianto che mi permettesse di realizzare le riprese in due tempi,con personaggi da far interagire con la band in un secondo momento. Ho cominciato in primis acercare il vestiario della band e realizzare i costumi dei piccoli mostri. Anche prevedendo verosimilmente che non ci sarebbe stato il tempo necessario per usarli con loro, questi mi hanno subito aiutato ad inquadrare meglio il clima generale del video e capire come realizzare al meglio le riprese delle band, il giorno successivo. Sia le riprese di playback, che quelle di “azione” della band dovevano essere dei landscapes su cui adagiare e far interagire i mostri lillipuziani. Dovevo già immaginare inquadrature e movimenti di
macchina che permettessero l’inserimento dei mostri che avrei girato in post con la giusta prospettiva, profondità e angolazione. Il giorno successivo, nelle colline del valdarno, abbiamo sfruttato al massimo il tempo disponibile della band e le poche ore di luce invernali, allestendo velocemente le quattro location ambientali. Tutto questo è stato possibile anche in virtù della dimestichezza dei The Ghost Wolves con lo stare di fronte alle telecamere. Carley e Jonny sono due talenti spontanei e durante le riprese riuscivanoa farsi trasportare dal lato giocoso della cosa, senza mai perdere di vista l’identità del proprio progetto. Una volta terminate le riprese, abbiamo realizzato un premontato credibile su cui abbiamo steso un’ulteriore shotlist per le riprese dei mostri.Tutte le riprese dei mostri sono state realizzate, allestendo un green screen nel nostro studio, da lì in poi, il lavoro è stato tutto un minuzioso taglia e cuci di post-produzione, color correction ed effetti.
le piccole creature lillipuziane sono state inserite con quale tecnica?
La classica tecnica del chroma key. Abbiamo girato tutto su green screen, tenendo conto di quali fossero le profondità, le angolazioni e le luci del girato originale con la band. Dopodiché sono andata a “bucare” il green e amalgamare le nuove clip dei mostri a quelle della band, avvicinando pasta delle immagini/luci e ricreando ombre e sfocature prospettiche.
il video è realizzato in due tempi, prima e dopo il lockdown. Come hai superato le limitazioni del momento in termini creativi?
Le riprese della band sono state fatte in una giornata di fine Febbraio del 2020. Di lì a breve il lockdown ci è caduto a tutti addosso come una mannaia “tra capo e collo”, impedendoci ogni minimo contatto con qualsiasi risorsa esterna. Nella fattispecie per quanto riguarda questo video, non potendo reclutare attori, io e Pierfrancesco abbiamo dovuto mascherarci in prima persona ed interpretare tutte queste creature, alternandoci tra recitazione e telecamera/fotografia. Questa è stata la fase probabilmente più lunga e delicata di tutte. In alcuni punti, avendo inoltre bisogno di girare scene “reali” dei mostri in veri esterni e non potendo uscire di casa (eravamo abbondantemente ancora in Fase1), abbiamo dovuto cospargere parte del nostro terrazzo con del terriccio ed adattare le inquadrature di conseguenza. Malgrado tutto però, questo video è stato interamente concepito ed affrontato come una sorta di “improvvisazione”, una performance “a quattro mani” con la band dove abbiamo cercato di anteporre gli entusiasmi agli ostacoli. Reagire a fattori esterni, per quanto umanamente mortificanti e spaventosi, quantomeno in questo
ambito rientrava nel gioco di continuo rilancio creativo.
Pensi che il video per the ghost wolves possa aprire possibilità internazionali per la tua carriera?
Sono molto soddisfatta del risultato e di aver lavorato con i The Ghost Wolves e la Third Man Records. Non è la prima volta che lavoro con artisti e produzioni estere, ma probabilmente questo fra i vari, è stato l’episodio di collaborazione più libero e gratificante, dove malgrado la scarsità di tempistiche, ho goduto completamente della fiducia degli artisti che mi hanno concesso totalmente carta bianca. La trovo una scelta professionale di responsabilità molto coraggiosa da parte del committente. Non so dire cosa succederà, specialmente in questo momento dove gli spostamenti sono così incerti, ma è senz’altro auspicabile per noi poter continuare e approfondire questa linea di collaborazione con realtà estere.
Considerato il modo in cui hai affrontato la produzione del video, facendo anche di necessità virtù; quale futuro prossimo venturo per i videoclip e i videomaker dal tuo punto di vista?
Il mio lavoro è strettamente connesso a quello della musica e, più in generale, di tutti i lavoratori dello spettacolo. Sappiamo bene come i decreti vari abbiano tenuto conto solo in minima parte di questo settore e che la ripresa, quando ci sarà, sarà lenta e non sarà evidentemente per tutti. Ho sempre guardato ai videoclip non solo come alla mia principale forma espressiva, ma come al mezzo più potente di promozione per gli artisti. Inutile spiegare che il videoclip e il ruolo di videomaker in quanto tale, esistano in funzione delle esigenze di comunicazione dei committenti. Immagino che in un momento di nebbia fitta del genere, tutti si stiano ponendo i propri interrogativi. Quello che ci siamo proposti in questo periodo di riflessione forzata, forti anche dell’esperienza coi The Ghost Wolves, è di cercare di non resistere ai cambiamenti e agli imprevisti che inevitabilmente si prospetteranno, cercando di reagire di volta in volta, con il messaggio più “centrato” possibile. In questo periodo, ad esempio, stiamo realizzando due videoclip a distanza e, in entrambi i casi, stiamo investendo le risorse che abbiamo, in termini quantomeno di tempo ed energie, per alzare l’asticella delle nostre competenze / bagaglio culturale e creare forti commistioni visive, approfondendo tecniche nuove. L’idea è quella di tenerci pronti ad eventuali collaborazioni con ogni ambito creativo, massimizzando resa e peculiarità di ogni nostro futuro intervento, senza affezionarci troppo a quello che è successo fino ad oggi. Come sempre, qualsiasi sia il futuro che ci si parerà davanti, il lavoro del videomaker dovrà essere molto più reattivo che reazionario.
The Ghost Wolves “Day Will Follow Dawn” – Crediti
Regia: Erika Errante
Assistente alla regia, color grading: Pierfrancesco Del Seppia
Montaggio, VFX, CGI, costume design: Erika Errante, Pierfrancesco Del Seppia
Music Credits: Produced by John Michael Schoepf and The Ghost Wolves
Engineered: John Michael Schoepf
Mixed: John Michael Schoepf, Kyle Ellison and Jonas Wilson
The Ghost Wolves, Austin, TX. Si sono formati nel 2011 e da allora hanno continuato a mescolare rock n ‘roll, punk rock, garage e blues con elementi elettronici, il duo si è guadagnato la reputazione di una delle band più rilevanti della scena underground, grazie a numerose tournée a livello internazionale per quasi 8 anni consecutivi, con quasi 1000 spettacoli e in oltre 23 paesi tra cui gran parte dell’Europa occidentale, negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone.
Il duo ha registrato queste tre nuove tracce all’inizio del 2019 con l’ingegnere / produttore John Michael Schoepf (bassista di Ray Wylie Hubbard, Night Glitter) nel suo studio di Austin. La registrazione è avvenuta in un momento molto buio per Carley e Jonny, che sono stati sposati per 7 anni. Il padre di Jonny ha ricevuto una diagnosi terminale di cancro alla fine del 2018. Queste canzoni sono state composte mentre Jonny si occupava di suo padre nel Connecticut, con Carley che gli mandava canzoni demo dal Texas. Quando suo padre cominciò a stare meglio, Jonny tornò ad Austin per fare una pausa ed entrambi registrarono queste canzoni dalla forte energia terapeutica. Sono registrazioni più scure, più intime e più pulsanti rispetto al materiale precedente.