A Light for Attracting Attention è uscito lo scorso 13 maggio. La nuova band di Thom Yorke e Jonny Greenwood condivisa insieme a Tom Skinner, batterista dei Sons of Kemet, ha pubblicato su XL Recordings il lavoro prodotto da Nigel Godrich, collaboratore di lungo corso dei Radiohead.
Per veicolare l’album, al momento di scrivere disponibile solo in formato digitale, sono stati prodotti due videoclip. Il primo uscito in ordine di tempo è stato realizzato dai geniali León & Cociña, al secolo Cristóbal León & Joaquín Cociña, animatori cileni, autori del bellissimo lungometraggio La casa lobo, mix creativo tra racconto di formazione per l’infanzia e horror, girato interamente in tecnica stop motion e puppet animation. Il video realizzato per il nuovo progetto di Yorke si intitola The Thing, e mantiene al centro lo stile del duo, tra collage, animazione e stop motion applicato agli oggetti concreti, con uno stile che solo in parte ricorda quello del maestro Jan Švankmajer. Non a caso citiamo il surrealista praghese, perché León & Cociña mantengono al centro sia l’estetica horror di alcuni dei loro lavori, elaborando però una fantasia visuale dell’inanimato che molto ha a che fare con il cinema delle avanguardie, anche per la “grana” stessa dell’immagine.
Calchi dei componenti della band costituiscono parte della cranioteca fantastica dei due registi cileni.
Prima di Thin Thing, The Smile avevano affidato il lancio dell’album a Free in The Knowledge, debutto nel mondo del videoclip per il documentarista e regista Leo Leigh. L’occhio surreale, cinico e a tratti oscuro che attraversava lavori come Mother o documentazioni lucide come Beautiful liverpool, viene concentrato in quattro minuti di esplorazione lisergica che disinnescano l’immaginario tipico delle controculture. Storia di un trip sbagliato, è un mix tra cinema di finzione e found footage, quest’ultimo applicato senza ricorrere ai soliti archivi condivisi, ma sfruttando nel modo migliore una collezione personale di film in pellicola, conservata a partire dagli anni sessanta dalla sua famiglia. Il risultato è infatti intimo e visionario, feroce e allo stesso tempo alla ricerca di una luce empatica. Senza scegliere una via giudicante oppure le forme tipiche del cautionary tale, realizza una fenomenologia di certo fideismo, raccontando i nostri tempi complottardi in forma del tutto ellittica.
Le porte della percezione aumentata conducono irrimediabilmente alla cecità.