“I cannot do what I want to do
And I cannot do anything else.
A lamentable waste, but the absence of this
Emptiness would create an immense yawning void in my life”
(John Tottenham – The Inertia Variations)
La poesia di John Tottenham, così aspra e ironica, attraversa l’inerzia creativa come se fosse l’obiettivo di una nobile arte. Lasciarsi andare, non essere, cercare l’abisso per sostituire il pieno imposto.
Ispirazione dal vuoto che fa da sfondo al ritorno di Matt Johnson, uno dei più coraggiosi songwriter viventi, all’apice del successo durante gli anni ottanta con il moniker di “The The“.
Oltre alla raccolta di Tottenham, The Inertia Variations da il titolo ad un progetto multimediale che al momento ha la forma di un documentario diretto dalla regista svedese ed ex moglie di Johnson, Johanna St Michaels, condotto sul filo della confessione e con l’incedere del flusso di coscienza.
Johnson ha vissuto i quindici anni che lo separano dalle sue due ultime canzoni in totale tranquillità, passando la maggior parte del tempo ad oziare. In questi anni ha prodotto solamente alcune colonne sonore (Tony, Moonbug, Hyena) tutte molto lontane dalla sua inconfondibile scrittura e più vicine alla vocazione industrial e acusmatica degli esordi, aspetto che lo ha tenuto lontano dal rapporto fisico con lo strumento e sopratutto con la sua chitarra. Vivendo completamente lontano dalla celebrità, ha curato una vecchia proprietà nell’East London, dedicando intere giornate all’attività del pensiero dal bordo del divano.
In tempi più recenti Matt ha diffuso una serie di trasmissioni radiofoniche sotto il nome di “Radio Cineola” con una modalità vicina a quella delle radio pirata, installando un’antenna sul tetto della sua abitazione londinese. Durante le numerose emissioni ha messo insieme un buon numero di musicisti che interpretavano le sue canzoni e imbastito un vero e proprio talk show su politica e società, confrontandosi costantemente con ospiti, fan, amici, collaboratori, musicisti e sopratutto raccontando una realtà molto lontana da quella dei media di regime.
La documentazione dell’evento più lungo di “Radio Cineola”, una nonstop radiofonica di circa 12 ore, costituisce il cuore di The Inertia Variations insieme alle domande intime della St. Michaels sulle origini dell’ansia e della paura legata al fallimento creativo. Al centro, una nuova canzone di Johnson, scritta dopo la morte del fratello Andrew avvenuta nel gennaio del 2016 proprio durante la lavorazione del film; “We Can’t Stop What’s Coming”, che vede Johnny Marr come ospite alla chitarra, sarà pubblicata come singolo il prossimo 22 aprile.
Nel 2016 Johnson aveva festeggiato il trentennale di “Infected” grazie all’istituto di arte contemporanea di Londra che aveva programmato l’intero film-album costituito dai videoclip girati nel 1986 da una serie di registi di talento, tra cui Mark Romanek e Tim Pope.
The Inertia Variations è già stato presentato in alcuni festival internazionali (Goteborg International Film Festival, Tempo Festival di Stoccolma, CPH:DOX a Copenhagen) e offre già l’impressione di un progetto sull’incompiutezza, sull’impossibilità di portare a termine un brano, una canzone, un libro, un film e il processo stesso della scrittura. Un progetto vivissimo e senza fine.
The Inertia Variations, Trailer