mercoledì, Dicembre 25, 2024

Truman and Cooper, l’intervista: ci piacciono le emozioni intense e pericolose

Di Anthony Jorge e Jonathan Cohen abbiamo parlato recentemente in occasione del lancio del nuovo videoclip di Son Lux, Alternate World, splendido follow up di “Hope”, il video realizzato per Kid Wise e legato a quest’ultimo da un approccio molto simile, a metà tra astrazione e un potente realismo fisico fatto di corpi in collisione.

Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchere con Truman and Cooper, ovvero i due videasti Parigini che usano questo moniker come nome di lavoro. Ne è venuta fuori un’interessante conversazione sul loro modo di intendere le immagini per la musica, ma anche su quella che potrebbe essere considerata una via interessante per l’intero “genere”, un percorso fortemente emozionale, in grado di trovare l’intensità in quello spazio che sta tra realtà e sublimazione della stessa.

Prima di tutto benvenuti su indie-eye; ci piacerebbe sapere come avete cominciato a lavorare insieme, e perchè avete scelto due personaggi del Twin Peaks di David Lynch come Moniker…

Siamo amici da molto tempo; prima suonavamo in una band, insieme al nostro direttore della fotografia, Victor Seguin. Condividevamo una stanza e abbiamo cominciato a fare video stupidi con i nostri amici, erano piccoli film surrealisti con frammenti di vita vissuta, vacanze. Veniamo da campi completamente diversi, ma fare film insieme, anche quelli più idioti, è una cosa che ci ha sempre divertito. Per questo abbiamo deciso di affrontare la professione con maggiore serietà, cominciando proprio dai video musicali. Per quanto riguarda Twin Peaks, è sempre stato un riferimento molto importante per noi. Abbiamo amato moltissimo quella particolare combinazione di mistero e di surrealtà. Abbiamo quindi scelto Truman & Cooper come moniker proprio perchè ci piaceva molto la relazione dei due personaggi nel serial di Lynch. È un team molto professionale ma oltre ad una bellissima amicizia, si basa sul rispetto reciproco e sulla fiducia.

“The King or the bird” è il vostro primo video musicale, e in Francia ha ottenuto un premio importante, come il Grand Prix 2012 al festival internazionale del video musicale noto anche come “Protoclip”; potete raccontarci il making e come avete sviluppato l’idea per il video di “Yellow Son”?

“Yellow Son” prima di tutto è il progetto musicale  di Anthony, ovvero Truman. Ha registrato un E.P. solista con quel moniker e Jonathan, ovvero Cooper ha pensato alla realizzazione del video per  la traccia intitolata “the king of the bird”. Jonathan ha scritto lo script, lo abbiamo sviluppato insieme, realizzando il video con alcuni amici e con Victor Seguin come direttore della fotografia; il suo è stato un aiuto prezioso perchè conosceva molte persone che avrebbero potuto consentirci di portare a termine il nostro obiettivo. In realtà tutto è stato all’insegna del Do it Yourself più spinto, e siamo ovviamente rimasti molto sorpresi e felici per il premio

I vostri due primi videoclip sono molto differenti da quelli successivi. Mentre “the king or the bird” e “slow sunday” hanno un’atmosfera molto surrealista e sospesa in uno stato di sogno; “Hope” e il vostro ultimo “Alternate World” realizzato per Son Lux, sembrano riferirsi in modo molto forte al cinema della realtà…

 Subiamo una fascinazione comune per il surrealismo e per il bisogno di evadere la realtà. Ci ha permesso di concentrarci, in una prima fase, nella dimensione del sogno, ma abbiamo sentito subito l’urgenza di realizzare velocemente qualcosa di molto più profondo e intimo. “Hope” e “Alternate World” sono nati per questi motivi, e da un certo punto di vista sono certamente legati al cinema della realtà, ma allo stesso tempo c’è ancora la volontà di sublimare questa stessa realtà amplificandone sentimenti ed emozioni.

A proposito di “Hope”, dove l’avete girato? Gli attori che avete scelto sembrano non professionisti, molto spontanei; erano nativi delle zone di campagna dove avete realizzato il video? 

“Hope” è stata una grande avventura. Abbiamo contattato il leader dei Kid Wise, Augustin Charnet, circa un anno prima perchè ci era piaciuta moltissimo una sua canzone pubblicata in rete. Ci disse che stava registrando nuovo materiale e che ci avrebbe contattato più avanti. Alla fine ci ha mandato “Hope” e ci ha detto: “Non ho soldi ma ho una casa di campagna nel centro della Francia e alcuni amici simpatici; potete farci un video?”. La canzone ci piaceva moltissimo cosi abbiamo scritto la sceneggiatura basandoci su questi elementi. Tra i suoi amici abbiamo scelto quello che credevamo potesse avere più potenziale, e le persone che poi hanno partecipato al video sono davvero stupefacenti; si sono impegnate molto per offrire il meglio. Noi gli abbiamo chiesto di fare tutto quello che gli veniva in mente e alla fine hanno fatto molto di più. È stato davvero fantastico lavorare con loro; ma non vengono dalla campagna, erano tutti di Toulouse e la ragazza viene invece dall’inghilterra. Abbiamo lavorato molto per renderli più veraci. Il video è stato filmato a Corrèze vicino a Tulle

“Hope” è davvero molto bello secondo noi, è molto fisico e allo stesso tempo astratto, anche per l’utilizzo ipertrofico del montaggio nell’ultima parte, che sembra trasformare la realtà e la natura in un ambiente dal potenziale simbolico; che ne pensate di questo?

È esattamente quello che volevamo fare; raccontare storie ed esprimere desideri, evitando una narrazione di tipo lineare. Siamo dell’idea che i video musicali debbano essere diversi dai cortometraggi. Devono avere un maggiore impatto e più astrazione per sublimare la musica. Vogliamo lavorare in entrambe le direzioni: narrativa e astratta, per creare una fusione più completa possibile tra immagini e musica.

Potete raccontarci qualcosa sulla lavorazione di “Alternate World” ? dove l’avete girato, la scelta degli attori…

 Con “Alternate World” avevamo l’intenzione di andare oltre rispetto a  “Hope”. Abbiamo organizzato un casting vero e proprio, e abbiamo scelto quei protagonisti perchè si conoscevano veramente e perchè in qualche modo vivevano davvero quel tipo di relazione passionale che puoi vedere anche nel video. Abbiamo pensato che sarebbe stato più facile collocare questi loro sentimenti in un lasso di tempo cosi contratto. Abbiamo girato in Normandia tra Fécamp e Honfleur; e l’ambiente piovoso e nebbioso si è adattato perfettamente all’atmosfera malinconica che volevamo raggiungere. Abbiamo mandato un primo adattamento a Son Lux che si è fidato di noi perchè gli era piaciuto moltissimo “Hope”; e da quel momento in poi non abbiamo cambiato niente fino al momento di mandargli la versione definitiva. Era molto soddisfatto e non ci ha chiesto di fare nessuna modifica; è davvero la prima volta che ci siamo sentiti così liberi nella realizzazione di un video

“Alternate World” sembra molto legato a “Hope”, non solo per lo stile, ma anche per lo “sguardo”; in “hope”, il personaggio principale cerca di far parte di una realtà che desidera, spiandola costantemente; in “Alternate World” due ex amanti, cercano di vedere ciascuno nella vita dell’altro; lo sguardo sulla realtà e sui desideri è qualcosa che vi interessa particolarmente? 

Non siamo particolarmente interessati al “desiderio”, ma ci piacciono le emozioni intense e pericolose. Siamo affascinati dai personaggi che vivono pienamente i loro sentimenti, spingendoli fino a quel limite per il quale è possibile mettersi seriamente in pericolo. La lotta tra desiderio e realtà, porta spesso a questo tipo di conseguenze.

 L’ultima parte di “Alternate World”, cosi come quella di “Hope”, è realizzata con un montaggio molto veloce e fisico; è come se riusciste a creare una sorta di sinfonia tribale con le immagini e con i corpi; che ne pensate?

Ci piace molto questo sentimento “Epico” che traspare dal brano, con quell’accelerazione verso la fine. Ed è stato del tutto casuale che entrambi i video avessero questa intensità conclusiva; in questo senso cercando di rimanere aderenti alla musica, anche il montaggio ha seguito questo andamento, ma è semplicemente il nostro modo di cercare immagini mentali per abbandonare la narrazione e far posto all’astrazione. È probabile che per il prossimo video seguiremo una strada ancora diversa.

Come lavorate insieme ai vostri video? intendo dire, come nasce una produzione Truman & Cooper?

Non dividiamo molto il lavoro. Al contrario condividiamo molto le idee, i dubbi e le impressioni. Forse non è il modo più efficiente di lavorare ma facciamo entrambi tutto contemporaneamente; è come avere una doppia aspettativa sulle cose, e se qualcosa ci piace, cerchiamo di realizzarla.

 Quali sono i vostri interessi e riferimenti in fatto di Cinema? Guardando i vostri ultimi due video ci sono venuti in mente i Dardenne, Bruno Dumont, Jacques Doillon…

Queste che hai citato sono assolutamente le nostre influenze principali. Per “Hope” ci siamo ovviamente ispirati a “La vie de Jesus” di Bruno Dumont, ma anche al “Gummo” di Harmony Korine. Ed è davvero buffo tu citi Doillon, perchè mentre preparavamo il video per Son Lux, abbiamo guardato centinaia di volte il trailer di “Mes Séances de Lutte“. Un altro cineasta che ci ha influenzato molto è sicuramente Terrence Malick. Ci piace molto il modo in cui gioca con la natura e l’ambiente. Ci piacciono molto anche cineasti come Thomas Vinterberg, Michael Noer, per la forza e la brutalità del loro cinema.

Quali sono i vostri progetti futuri, qualche nuovo video all’orizzonte?

Ancora nessun progetto particolare e specifico, ma ci piacerebbe sperimentare nuove cose. “Hope” e “Alternate World” rappresentano un buon punto di partenza per noi, ma vogliamo muoverci e andare oltre per diversificare il nostro lavoro. Quella dei video musicali è una buona palestra per sperimentare nuovi metodi di lavoro e di espressione. Continueremo sicuramente a giocare con questo ambito ma vorremmo muoverci anche verso altri formati creativi, come per esempio la pubblicità e i progetti digitali. Semplicemente, siamo alla ricerca di qualsiasi opportunità ci consenta di essere creativi con l’immagine in movimento.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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