mercoledì, Dicembre 18, 2024

Tuxedomoon dal vivo al Tenax di Firenze: 35 anni da Half Mute e 40 anni dalla nascita di Controradio

È del tutto surreale raccontare il suono dei primi Tuxedomoon come qualcosa di fortemente legato al suo tempo. È surreale perché proprio oggi, quei suoni, vengono superficialmente recuperati in ogni dove e considerati come un dato acquisito, una sovrapposizione che ci consente di raccontare quanto quel sound fosse di assoluta rottura per la musica degli anni ottanta, anche quella germogliata nei circuiti underground, e quanto possa risultare ancora attuale proprio in virtù della sua non replicabilità, se non in contesti di assoluto addomesticamento culturale. Questi poco si adattano al genio del combo di San Francisco, che al contrario ha fatto del “fuori margine”, del “fuori fuoco”, del “fuori standard”, il propellente creativo principale, alla base di un complesso sistema di influenze culturali, anche extramusicali.

Formatisi alla fine degli anni settanta a San Francisco per mano di Blaine L. Reininger e Steven Brown, a cui si aggiungeranno Peter Principle e Luc Van Lieshout, i Tuxedomoon propongono da subito uno strano ibrido sospeso tra l’anarchia del punk, l’approccio minimal e fortemente geometrico della wave statunitense e una tendenza a mettere insieme influenze jazz e avanguardiste, ottenendo uno strano mostro che irride la tradizione e allo stesso tempo non accetta le correnti codificazioni post-punk.

L’esordio avviene con una manciata di EP che gettano le basi per il suono futuro. Se il primo 7 pollici pubblicato per Tidal Wave (Pinheads on the move / Joeboy…(the electronic ghost) ) mostra già il contrasto tra il calore del sax e la sintesi robotica di drum machine e synths, è con il successivo “No tears” che i nostri si avvicinano a quello che conosciamo più diffusamente della loro estetica, sopratutto con la cover di “Nite & Day“, trasformazione delle visioni romantiche e notturne di Cole Porter nell’incubo allucinatorio della suburbia.

Tuxedomoon – “No Tears (A Montage of Accelerated Memory)” – Found Films” DVD – Crammed Disc

Leggi la recensione di Unhearted di Federico Fragasso

Scream with a view, copertina inclusa, prosegue con le visioni urbane per il nascente decennio. Pubblicato nel 1979 è un esperimento algido e cibernetico; voce filtratissima o comunque sepolta da un rock elettronico e rantolante. Ad affacciarsi è la paranoia come sentimento sviluppato all’ombra dei nuovi complessi urbani, mentre la memoria corre verso l’immaginario ballardiano di Condominium. La tecnologia diventa quindi un tramite ma anche una gabbia angosciante da cui è impossibile emanciparsi.

Che i nostri avessero le idee chiare sin dall’inizio è dimostrato dalla loro partecipazione alla compilation pubblicata dalla Ralph Records nel 1979 e assemblata dai Residents. Per “Subterranean modern” i Tuxedomoon, oltre a due tracce inedite, propongono la loro versione di “I left my heart is San Francisco“, il brano di Tony Bennet su cui i Residents chiedevano di lavorare, registrando un dialogo di un minuto tra un passante disoccupato in cerca di una posizione nello stato sociale, e un burocrate dello stesso stato sociale. Il brano di Bennet è solo un simulacro sullo sfondo, delineato in lontananza dal suono di un’armonica.

Tuxedomoon 1978
Tuxedomoon 1978

L’esordio sulla lunga distanza, avverrà l’anno successivo con “Half Mute” proprio per Ralph Records, etichetta che raccoglie tutte queste istanze, la casa dei Residents e dei Chrome.

Che senso potrebbe avere analizzare oggi le caratteristiche di un lavoro che sfondava già il velo della nascente new wave come una meteora scagliata dallo spazio? Perché il tentativo era quello di trovare una conciliazione tra due mondi, quello più immediato del post-punk e della new wave, con un radicale sperimentalismo che tendeva a vaporizzare e smaterializzare l’identità di quei suoni. L’esatto contrario di quello che accade oggi, quando pedissequamente si recupera un’estetica, con attenzione estrema alla filologia dei suoni e un totale distacco dal contesto sociale, culturale e politico in cui sono germogliati e cresciuti.

Più importante comprenderne allora la qualità aurorale, adesso come allora, in termini sonori, con il sax di Brown e il violino di Reininger in aperto contrasto, ancora oggi freschissimi e terrificanti nel descrivere una società dalle tendenze isolazioniste e autodistruttive.

Synths e drum machine, Sax e chitarra filtratissima, voce paranoide e distante, quasi fosse la descrizione di un paesaggio sonoro effettuata da una macchina impazzita, nello scenario espressionista della Metropolis di Lang aggiornato agli anni ottanta.

C’è chi è rimasto terrorizzato dai nostri show – dichiarava Raininger ai tempi di Half Mute – ed è vero che alcune nostre composizioni sono basate su quegli intervalli che tradizionalmente vengono associati alla sensazione di tensione e paura. Il tritono, ovvero l’intervallo di quarta aumentata/eccedente o quinta diminuita, è stato bandito nel medioevo dalla Chiesa cristiana perché considerato come il suono del Diavolo. Noi non siamo certamente dei satanisti e non ci interessa infliggere paura e terrore nelle persone, ce n’è già abbastanza nel mondo. Ma vivere in questi tempi influenza certamente il risultato della nostra musica

Cosa c’è di più attuale delle parole di Raininger e della musica dei Tuxedomoon?

Se  William Burroughs, Bowie, Albert Camus, John Cage, Eno e anche Giorgio Moroder sono le influenze citate a più riprese dai Tuxedomoon, è proprio la loro musica che denuncia questo sincretismo estremo, recuperando la semplicità minimale del Rock’n’roll e traducendola con le influenze di un’elettronica iniziatica e con la sperimentazione più radicale della “musique concrète”.

Il trailer di 7 minuti per “Found Films” DVD,incluso in “77o7” (the Tuxedomoon 30th Anniversary box set)

Gli stessi testi, pur attingendo da questioni sociali, politiche, ambientaliste, non si servono mai di un approccio descrittivo, preferendo al racconto il tratteggio di un disegno surreale e astratto costituito dalla combinazione di fonemi e dall’attenzione al valore concreto della parola come suono.

C’è molto della passione dadaista alla Michel Magne, ma con un approccio meno incline al gioco assurdista e quindi più espressionista che direttamente “concrète”. Il tutto posseduto dalle linee libere e selvagge del free Jazz. Basta pensare ad una traccia come 59 to 1, ibrido elettronico-analogico, un mantra-dance schizofrenico improvvisamente libero dalle geometrie della bassline grazie al sax di Brown che grida come un animale ferito.

Ma è sul dittico James Whale  / What use?  che ci piace soffermarci. La prima un’oscura traccia strumentale, la seconda diventata in poco tempo un classico e un genoma riconoscibile per i brani più “pop” dei Tuxedomoon.

James Whale, è chiaramente dedicata al registra britannico attivo ad Hollywood sin dai primi anni trenta. Da una parte i suoni del brano cercano di recuperare quella superficie horror che possa alludere alla filmografia più nota di Whale, quella legata a titoli come FrankensteinThe Old Dark House, L’uomo Invisibile, ma il risultato è quello di un cabaret circense e stanco, un horror vacui legato alla solitudine dell’uomo e forse alla biografia stessa di Whale, allontanato da Hollywood dopo la sua dichiarata omosessualità e perso in una dimensione solitaria, tra ritiro e feste per soli uomini a bordo piscina.

Una nota a margine di questo piccolo enigma sonoro, malsano come un fortissimo stato febbrile, è offerta dalla traccia direttamente successiva. What Use? è un’apologia del distacco, un rifiuto della società contemporanea e la ricerca di una dimensione oltre la finzione e la luce dello spettacolo: “Give me new noise, give me new affection | Strange new toys from another world | I need to see more than just three dimension | Stranger than fiction faster than light“.

Tuxedomoon 1981
Tuxedomoon 1981

Un’ossessione, quella per il crepuscolo dell’immagine e di un certo immaginario, che farà degli show dei Tuxedomoon un unicum nel suo genere, dove insieme alla musica, si sposa la passione per l’audiovisivo, l’immagine, le installazioni, il teatro contemporaneo

Tuxedomoon Live Germany 1985 @ NDR Video-Nacht

È impossibile riassumere in poche righe il senso di un album come “Half Mute“, ci basterà fermarsi a queste brevi suggestioni per raccontarvi prima di tutto della sua ristampa insieme a tutto quello che è possibile ascoltare e conoscere dei Tuxedomoon in una indispensabile raccolta di tutte le release ufficiali e dei singoli, demo e inediti prodotti dalla band in tutti questi anni. A pubblicare è la benemerita Crammed Disc, etichetta belga che accoglie tutti i lavori della band. Il Tuxedomoon Vinyl Box (dieci vinili in tutto) si acquista da questa parte, ed è un oggetto indispensabile per chi ama la musica della band formatasi a San Francisco nel 1977 e sopratutto per chi ancora non li ha approfonditi.

Ulteriore occasione di approfondimento, l’imperdibile serata proposta dal Tenax il prossimo 30 Novembre. Tuxedomoon in concerto in un evento unico intitolato “NO TEARS for the CREATURES of the NIGHT” che rivedrà sul palco del noto live club la band di San Francisco, in una delle tappe dell’Half Mute Anniversary tour.

Ma non si festeggia solo la band di Brown e Reininger, perché se Half Mute compie 35 anni, Controradio, la nota emittente fiorentina che ha veicolato per anni la musica dei Tuxedomoon e tutta la wave più importante di quel periodo, ne compie 40!

Controradio nasce nel 1976 e come i Tuxedomoon è ancora attiva nella sua quotidiana attività di documentazione, non solo musicale.

È il Tenax, che insieme all’emittente fiorentina, ha rappresentato il luogo storico per eccellenza legato a tutti gli appassionati di un certo tipo di musica; da tutti gli angoli della penisola si arrivava da quelle parti per scoprire le nuove tendenze e le prime sperimentazioni di band che sarebbero poi diventate di culto negli anni successivi:  Spandau Ballet, Psychedelic Furs, New Order, Sisters Of Mercy, Killing Joke, Stranglers, Contorsions, Lounge Lizards, Bauhaus, Litfiba, Pankow, Neon, Diaframma, Nico, Talk Talk, Eurythmics, Virgin Prunes, Tears For Fears, Human League, D.A.F., Frankie Goes To Hollywood.

Tra i primi concerti ospitati dal Tenax c’è proprio quello dei Tuxedomoon, quando ancora non erano conosciuti e sbarcavano in Europa per la prima volta.

Tuxedomoon
Tuxedomoon

Una nottata quella del 30 che comincerà alle 22 (apertura porte ore 21:00) e che sarà accompagnata, dopo il concerto dei Tuxedomoon, dai Dj Set di Gimmy Tranquillo e Nicola Vannini, una macchina del tempo sonora che ci riporterà indietro negli anni, quando la musica era ancora un evento vivo e collettivo.

Ingresso : 15 € porta / 10 € (ridotto prevendite + soci Controradio Club)
Prevendite: circuito Box Office e MailTicket

Tuxedomoon, “Triumphant Procession” – da Pink Narcissus (2014)

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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