venerdì, Novembre 22, 2024

Una “Danza del ventre” messicana: Francesco Giampaoli insieme ai Sacri Cuori

Non più A Caso, le composizioni del contrabbassista Francesco Giampaoli, di cui vi abbiamo piacevolmente introdotto il disco solista d’esordio come un taccuino di appunti ben abbozzati, mini sensazioni racchiuse in pochi minuti. Nell’anno domini 2013 la contaminazione con il gruppo di provenienza di Giampaoli, i Sacri Cuori, tira fuori questo Danza del Ventre, riflessione più approfondita su temi musicali specificatamente legati alla formazione romagnola. Di questi ultimi vi avevamo consigliato l’ultimo disco, Rosario, dello scorso anno, ricco di collaborazioni illustri (David Hidalgo dei Los Lobos, Marc Ribot, Jim Keltner, John Convertino, Stephen Mc Carthy, Woody Jackson). La somma delle due parti, in realtà un unico composto da qualche anno, ha dato vita con Danza del Ventre a qualcosa di singolare, alieno, sperimentale e poco classico. 

Alla presenza di chitarre insabbiate, tamburi e percussioni di ogni tipo, fisarmoniche divise tra la Via Emilia e il West, bassi sonnecchianti, si dipanano 12 tracce che cercano di distaccarsi dal solito tema musicale-cinematografico. Solo Rosa potrebbe chiudere una puntata di due novelli Laurel & Hardy della pianura padana, e Fra poco i saluti, legata ai Ronin come se fosse stata ingiustamente esclusa da Ultimo Re. Le altre tracce puntano alla sperimentazione, alla ricerca del suono mai udito e del tempo sbilenco, come se volessero rappresentare il miraggio del west dovuto alla troppa arsura. Pugni al Sacco ricorda l’avventura a Durango, Mischio è propriamente jazz, Riflesso un’interminabile traccia di chiusura dai suoni assurdi, ai quali Giampaoli ci aveva abituati nei precedenti dischi solisti. 

Danza del Ventre si propone come un disco solista dovrebbe, lascia che parlino le trame mai concluse di un discorso singolo come espressione di una mente creativa. Alcuni episodi sono veri e propri capolavori (il primo disco di Pastorius senza Weather Report ha fatto comunque la storia), in altri casi si tratti di elementi del discorso che meritavano di essere conclusi. Per ora siamo sulla seconda strada, ma non si sa mai l’estro dove andrà a parare nei prossimi episodi.

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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