Quando intervistammo Chrysta Bell per la prima volta (per primi in Italia) nell’aprile del 2012 la “musa” di David Lynch era conosciuta solamente dai fan del regista americano per il suo contributo alla bellissima “Polish Poem“, il brano reso noto dalla colonna sonora di Inland Empire. “This Train” è il primo album di Chrysta Bell interamente ritagliato dalla produzione di David Lynch e John Neff sull’interprete Texana e arriva a pochissima distanza da Crazy Clown Time confermando la passione di Lynch per le storie senza fine, anche oltre il confine di una sola cornice.
Ma la carriera di Chrysta Bell comincia molto prima dell’incontro con il regista americano, perché a soli 18 anni fa pratica con il Jazz-swing contaminato degli 8 ½ Souvenirs, un bizzaro combo texano infatuato dalla musica di Louis Prima e dedito ad uno strano metissage che guarda più all’Europa che all’America.
Chrysta Bell con gli 8 1/2 Souvenirs all’Austin City Limits – “After Youve Gone & Happy Feet”
Chrysta Bell viene vista da Bud Prager, notissimo manager e produttore statunitense, legato a nomi come Cream, Whitesnake, Foreigner, Mitch Ryder, Mike Renault, solo per citarne alcuni, ed è attraverso i suoi contatti e un live registrato da una troupe televisiva che la nostra viene intercettata da Brian Loucks, l’uomo che aveva già fatto da tramite con Lynch per artisti come Rebekah Del Rio e Karen O.
Il sodalizio con Lynch comincia da qui e anche se la prima ed effettiva collaborazione incisa è quella legata a Polish Poem, il materiale che confluirà in “This Train” è stato preparato, scritto e inciso in un periodo di tempo molto esteso.
Chrysta Bell – David Lynch: “Polish Poem”
In quel periodo Chrysta Bell collabora con la band di Dutch Rall, che dirige anche alcuni dei suoi video; il suono live che caratterizza i suoi concerti è in parte quello dei Black Book Angel, un soft-blues attraversato da un forte potenziale erotico che si traduce anche nell’immagine scelta da Chrysta Bell come performer, un’immagine di confine tra paura e desiderio, già molto Lynchiana prima ancora dell’incontro effettivo con il regista americano.
Chrysta Bell & David Lynch: “All the things”
Chrysta Bell delinea sin da subito una forte identità basata sull’interpretazione, nel senso più nobile del termine, legato a figure della canzone classica americana come per esempio Julie London, uno dei suoi principali punti di riferimento. Alle strategie di una “songstress” navigata, contrappone l’immagine disturbante di un femminino feroce e diabolico, come nel video di Night Ride diretto da Joseph Skorma
Non deve allora sorprendere il passaggio ad un nuovo produttore come John Parish e la scelta di una dimensione più europea come quella del trip-hop contaminato di “we dissolve“, il suo secondo album. Le differenze tra il nuovo e il vecchio mondo Chrysta Bell le ha raccontate in questa recente intervista che ha concesso a indie-eye dove si chiarisce il suo ruolo tra immagine e interpretazione, capace di portare a termine una “visione” musicale complessiva con i collaboratori giusti al momento giusto.
Chrysta Bell – “Heaven” (videoclip ufficiale)
Ma quello che accumuna tutte le produzioni di Chrysta Bell è la qualità evocativa e acusmatica della sua voce, capace di delineare mondi totalmente autonomi rispetto alla cornice musicale di riferimento. Pur non inventandosi la glossolalia di Elizabeth Frazer, le linee vocali dell’artista texana sono più vicine a quella fluidità che alla sistemazione di una forma grammaticale.
Attenti allora alla qualità visuale e fonemica delle sue performance, quella alla Rocca Di Carmignano per uno degli appuntamenti del Festival Delle Colline ci incuriosisce più di altre date italiane dedicata al mini-tour italiano di Chrystha Bell, per la fusione tra spazio teatrale e dominazione di quello naturale che ancora si può sperimentare in quell’area. Le numerose contese che hanno messo al centro la Rocca nella sua lunga storia a partire dal XII secolo stratificano un continuo ri-adattamento dello spazio architettonico rispetto al territorio, lasciando ancora intatte e interconnesse tracce, resti, dimensione storica e percezione del paesaggio.
I paradossi temporali che il Cinema e la musica di David Lynch da sempre innescano, ci consentono di scovare gli anni cinquanta nel dream pop, ma anche la “drone music” negli anni cinquanta o se si vuole, la vocazione “ambient” nel romanticismo di Roy Orbison, così come la sintesi di tutte le forme nel suono incerto di un grammofono, proprio attraverso quel passaggio qualitativo dalla riproduzione meccanica a quella elettromagnetica.
Chrystha Bell incarna benissimo questa vertigine temporale, anche per le scelte più squisitamente visuali che delineano il suo personaggio. Collocata contro il paesaggio mozzafiato della Rocca di Carmignano, con una storia che ne racchiude mille altre, tra citazioni consapevoli e reminiscenze della coscienza, sarà un piccolo miracolo del tempo e dell’occhio poterla ammirare.
Chrysta Bell FALLING (Twin Peaks Theme, nuova versione, videoclip ufficiale)