È del 4 marzo l’ultimo progetto di Esperanza (Emily) Spalding intitolato Emily’s D+Evolution, dove musica e arti performative si incontrano in una serie di brani dalla bellezza fulgida, capaci di combinare alla potenza delle liriche radici musicali che affondano in quegli anni settanta sempre in costante dialogo con il pop, il jazz, il rock e il soul. Invenzione e stile quindi, oltre che un’attenzione precisa alla filologia del funk e della musica latina. È un disco, l’ultimo della Spalding, che suona molto meno acustico dei precedenti, grazie alla collaborazione con il chitarrista Matthew Stevens, una sorta di Ribot o di Bill Frisell prestato alle esigenze dell’artista americana, coadiuvata alle pelli da Karriem Riggins, jazzista di qualità, ma anche dalle tastiere di Corey King, collaboratore di Tony Visconti che ultimanente (Blackstar per Bowie) ha avuto a che fare con una manciata di musicisti provenienti dall’area Jazz.
Il risultato è allora un’ibridazione molto interessante tra il soul più melodico e le derive Jazz che ci riportano ad alcuni artisti degli anni ottanta, come il Donald Fagen di Nightfly o la Joni Mitchell che collabora con Pastorius. Eclettismo che non abdica mai alle lusinghe della tecnica, rimanendo ancorato alla costruzione melodica degli anni sessanta; viene allora in mente un alchimista come Prince ma anche artisti come Janelle Monae e George Clinton.
La bassista e compositrice vincitrice di 4 Grammys sarà quindi in Italia per un tour di quattro date a cominciare da quella del 12 luglio presso Villa Manin, Codroipo, in provincia di Udine, per proseguire il 13 Luglio in Piazza Napoleone per uno degli appuntamenti più attesi nel contesto del Lucca Summer Festival, quest’anno con un cartellone eccezionale, e concludere il 14 luglio all’arena Derthona di Tortona.
Esperanza Spalding: Live at BRIC (dal canale NPR)
“Emily è il mio secondo nome – dice la Spalding – e sto usando questo nuovo personaggio come fosse il mio navigatore interiore. Questo progetto torna indietro nel passato e recupera una curiosità non-coltivata, usandola come una bussola per andare avanti e crescere. La mia speranza per questo gruppo è quello di creare un mondo intorno a ogni canzone, ci sono molti temi succosi e storie nella musica. Le canzoni non verranno meramente suonate bensì inscenate tramite l’ausilio di personaggi, video e movimento dei nostri corpi”
Bassita, violoncellista, performer, interprete e autrice, Esperanza Spalding cresce, anche musicalmente, in Oregon a Portland, dove suona il violino nell’orchestra da camera della Music Society dell’Oregon all’età di soli cinque anni. Totalmente autodidatta per quanto riguarda i numerosi strumenti che è in grado di suonare, l’artista americana debutta discograficamente nel 2006 con “Junjo” summa della sua esperienza in trio. Apprezzata anche da Pat Metheny, continuerà la sua carriera intervallandola con l’attività come formatrice musicale e aggiungendo un secondo capitolo nel 2008 intitolato semplicemente “Esperanza”, che gli farà ottenere il grammy nel 2011 a cui ne seguiranno altri nei due anni successivi. Ha collaborato con Patti Austin, Joe Lovano, Stanley Clarke e Pat Metheny.
Le prevendite per le date italiane di Esperanza Spalding sono sul circuito Ticketone, Infoline 0584.46477
Il concerto è promosso e organizzato dalla D’Alessandro e Galli