Josephine Foster è inarrestabile, dopo aver fatto uscire No more lamps in the morning, sempre per Fire records è di nuovo pronta a promuovere il progetto Mendrugo previsto per il prossimo 29 luglio e che abbiamo già avuto l’opportunità di ascoltare. “More amor” è pilotato dai fratelli Herrero, coadiuvato da alcuni ospiti speciali come Lorena Alvarez e il giapponese Taku e ovviamente la voce della Foster.
Le radici andaluse, già esplorate da Josephine insieme al marito Victor Herrero, vengono contaminate con un’apertura non convenzionale ad altre forme di tradizione “radicale”, un rigore che già “No more lamps in the morning” aveva raggiunto, scarnificando il più possibile, riducendo gli elementi sonori, sovrapponendo letteratura e folk.
Austerità ondivaga presente ancor prima di Blood Rushing, splendido e “rumoroso” album tra rock, psichedelia e folk, forse uno dei suoi più belli insieme a Graphic as a star, ricerca interiore e formale sui versi della Dickinson.
In questo movimento che elimina qualsiasi barriera temporale e culturale, mantenendo comunque al centro la ricerca, Josephine Foster è passata attraverso gli appalachi, il rumore e la sperimentazione, la psichedelia e le canzoni d’arte, quelle di tradizione liederistica di cui ci parlava in una bella intervista realizzata per indie-eye in tempi non sospetti; in quel caso, l’opera, accoglie il suo talento vocale nella forma non convenzionale totalmente aliena all’accademia, ma allo stesso tempo filologica e vicina allo spirito originario che metteva in relazione parola e musica.
Nella forma “solitaria” e più scarna, sarà possibile ammirare la purezza di questa straordinaria artista domenica 15 maggio a Prato, per un “live in solo” ad ingresso totalmente gratuito, presso lo spazio di LargoCarducci, in Largo Carducci n. 13, all’interno della rassegna di concerti curati dall’associazione culturale ed etichetta discografica Millessei dischi.