La necessità dell’uomo di farsi conoscere e soprattutto di farsi notare dai media sta portando la nostra società ad una deprimente caduta della personalità e dell’individualità intesa come sistema culturale. Molta libertà di espressione, ma molta ignoranza nel modo di valutarla. Questo non riguarda solo l’aspetto interiore del pensiero, ma purtroppo, il caso si estende anche al modo di confezionarlo.
Oggi tutti fanno i grafici, tutti sono fotografi, realizzano libri, volumi etc. La ricerca della qualità è diventata una cosa che deve solo costare poco. Per la massa una pubblicazione non è altro che un oggetto e se anche all’interno lo si trova pieno di errori, con le pagine che si scollano alla prima lettura, e quando la stampa fa trasparire le pagine seguenti rivelandoci immediatamente il nome dell’assassino, chi se ne frega ho visto di peggio in TV. La digitalizzzazione ha sì fatto passi da gigante, ha ridotto i tempi nelle lavorazioni (che bella cosa), ma ahimè ha penalizzato il fascino dell’editoria, dolore per professionisti seri e aziende che danno ancora un valore aggiunto alla nostra isola. E molti sono i politici che promettono di conservare questi valori (belli, fascinosi, ricchi di interiorità), ma alla fine, il loro pensiero risulta solamente specchio riflesso della loro comunicazione personale. Chiudo qui il mio pensiero (forse un pò troppo romantico) ricordando ad alcuni che la sensazione che rilascia il profumo di una carta di pregio, una grafica accattivante, immagini stampate con precisione e amore (non da computer che l’amore l’hanno visto solo su qualche file corrotto) sono sentimentalismi di pochi e del tempo che passa.
Risposta. No, è solo una farsa editoria.
Di bob satta è l’immagine che abbiamo utilizzato come cover per l‘articolo sul festival multimediocre di Mario Pischedda
bob satta vive e lavora in Sardegna. Fa il grafico editoriale, a voler definire la sua professione con un termine unico. Ma l’incontro con artisti, pittori, fotografi e creativi dell’isola gli hanno permesso un confronto continuo con altre esperienze artistiche, maturando in lui la voglia di anticipare il suo pensiero. Ne viene fuori la figura di un artista eclettico, come oggi sempre più spesso accade, nel quale le diverse contaminazioni spostano continuamente il punto di vista arricchendo i contenuti e il messaggio del prodotto.